LOTITO TARE

Credere o non credere? Questo è il dilemma. Questa è a domanda che passa nella mente, figlia comunque dell’impotenza di chi sa con certezza che comunque non c’è alternativa, se non quella di avvelenarsi il fegato per mesi, oppure quella di staccare completamente la spina e assistere con distacco o con disinteresse a tutto quello che succede.Perché se in passato il tifoso ha avuto anche la forza per indirizzare le scelte della società (a volte, come nel caso-Signori, anche sbagliando probabilmente per troppo amore), l’unica cosa certa in questo momento in casa Lazio è che niente e nessuno smuoverà mai Tare e soprattutto Lotito, niente e nessuno riuscirà mai a fargli cambiare idea su qualcosa o, tantomeno, a imporgli qualche scelta di mercato. Basta pensare a quello che è successo l’estate scorsa, oppure nelle ultime due sessioni invernali di mercato, quando non sono serviti né appelli né contestazioni per convincere chi poteva a completare un mosaico a cui mancavano dei pezzi fondamentali per essere realmente completo. Lo sapevano e lo vedevano tutti, meno che loro due: e alla fine abbiamo dovuto abbozzare e, per fortuna, almeno il 26 maggio è andata bene. Perché senza quel successo, senza quella coppa alzata in faccia alla Roma, probabilmente sarebbe cascato tutto. Ma non è successo, per fortuna… Perché indipendentemente dalla simpatia o l’antipatia per i personaggi in questione, alla fine il conto di quell’eventuale fallimento lo avremmo pagato noi, lo avrebbero pagato come sempre i tifosi. Coma sanno bene quelli che stanno dall’altra parte del Tevere e che da più di 40 giorni stanno vivendo una sorta di incubo che rischia di durare se non in eterno mesi, forse anni.

Per questo, dobbiamo e vogliamo credervi. Volenti o nolenti bisogna credere a Tare quando sostiene che abbiamo forse il centrocampo più forte d’Italia, anche se scorrendo i nomi di quello della Juventus qualche dubbio che qualcosa non torni ti viene. Per questo dobbiamo credere al ds quando sostiene che in attacco siamo a posto così, ovvero praticamente senza innesti se non l’inserimento in rosa di 3 Under 20 come Perea, Keita e Tounkara. Per questo dobbiamo far nostra la convinzione che con Novaretti e Vinicius (se oggi supera le visite mediche) abbiamo sistemato una difesa che lo scorso anno ha fatto spesso e volentieri acqua da tutte le parti e che ha mostrati segni evidenti di logorio in tanti elementi, sia al centro che sulle corsie esterne. Dobbiamo, perché tanto non c’è alternativa.

Dobbiamo credere che Klose possa giocare una stagione intera, senza accusare problemi fisici nella seconda parte dell’annata, senza farsi condizionare dal pensiero che sacrificandosi per la Lazio e giocando anche quando non è al maglio potrebbe compromettere la possibilità di giocare il Mondiale e di stabilire due record destinati a farlo entrare nella leggenda. Dobbiamo credere che Konko riesca finalmente a giocare anche lui una stagione intera, oppure che Dias possa ritrovare una condizione fisica accettabile, che Novaretti possa essere quel centrale dominante che inseguiamo da anni e che Vinicius possa ripercorre il cammino di Kolarov. E che Anderson possa rivelarsi una scommessa indovinata. Ma, soprattutto, dobbiamo credere che ci sia del vero quando Tare, ma soprattutto Lotito, dichiarano che Hernanes e tutti i pezzi migliori non si muoveranno. Perché se restando così e vincendo tutte le scommesse fatte la squadra potrebbe essere a posto (competitiva o no per conquistare un posto in Champions, chi può dirlo a bocce ferme…), togliendo giocatori che rappresentano delle certezze in alcuni posti chiave il castello potrebbe crollare. Per questo vogliamo credere alle promesse, anche se ancora siamo scottati da quella non mantenuta dell’acquisto dei “4 campioni” fatta un anno fa, oppure scettici ricordando l’arrivo di Pereirinha e Saha per rinforzare una squadra che stava mostrando segni evidenti di fatica e di logorio per mancanza di alternative.

Vogliamo e dobbiamo credere che anche senza un vice-Klose si risolveranno tutti i problemi di un attacco che quando è mancato il tedesco è stato settimane senza segnare la miseria di un gol. Ma, soprattutto, speriamo e preghiamo per Dio conservi a Lotito e a Tare la loro dote maggiore: la fortuna. Perché senza quel sano pizzico di “bucio di c…” che loro hanno ampiamente dimostrato di possedere, sarebbero stati dolori. Perché tutti noi abbiamo la convinzione se non addirittura la certezza che con la fortuna che accompagna Lotito e Tare uno come Cragnotti avrebbe potuto vincere tranquillamente tre scudetti e almeno una Champions League, visto che per almeno due anni grazie a lui abbiamo avuto la squadra più forte d’Europa. E non a detta nostra che siamo tifosi, ma come ha ripetuto in più di un’occasione Sir Alex Ferguson, l’allenatore più vincente nella storia del calcio.

Per questo, per tutto questo, anche se ci sembra assurdo leggere certe dichiarazioni non abbiamo altra alternativa al credere a quello che dite, alla realtà che ci dipingete. Perché, come detto, l’unica alternativa è mollare tutto, dimettersi da tifosi come ha fatto Claudio Amendola. Come se un tifoso potesse dimettersi. Semmai può scegliere la via dell’isolamento o dell’esilio, ma anche senza frequentare lo stadio, volenti o nolenti la domenica in quei 90 minuti il cuore e la mente vanno per forza di così lì, a quello che succede su quel rettangolo verde. Per questo anche se non vai non riesci a non vedere o a non ascoltare. Per questo anche se sei disamorato o disgustato, non riesci a staccare del tutto la spina, perché quel “virus” oramai non lo puoi debellare una volta che ti ha contagiato. E allora, visto che sei impotente, anche se a volte quei due assomigliano a Stanlio e Ollio non ti resta che credere che non ti abbiamo mentito, che si possano vincere tutte le scommesse e che le promesse estive si possano trasformare in realtà alla fine della primavera successiva. Oppure non ti resta che continuare a sperare che prima o poi qualcosa possa cambiare. Ma questo è un altro discorso…

STEFANO GRECO – LAZIOMILLENOVECENTO



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