Non solo Pioli sotto accusa, anche la squadra ha le sue colpe
Dopo la sconfitta con il Milan è arrivata anche quella nel derby contro la Roma. L’ennesima in questa stagione, che ha visto i biancocelesti perdere già ben sei volte. In campionato, infatti, la squadra di Pioli ha collezionato una serie di risultati negativi da incubo. Ora che c’è la pausa per le Nazionali è tempo, quindi, di bilanci e di riflessioni in casa Lazio. Dopo la sconfitta con la Roma sono finiti tutti sul banco degli imputati tutti i giocatori, tra cui i big in primis. Questi big che dovrebbero dare il maggior contributo alla causa biancoceleste e che fino ad un mese fa trascinavano la Lazio, infatti, ora sembrano spenti, stanchi e senza motivazioni. Stiamo parlando dei vari Marchetti, De Vrij, Radu, Biglia, Lulic, Parolo, Klose, Candreva e Felipe Anderson, che non stanno rendendo al meglio delle loro possibilità. Marchetti non sembra essere più lui. Il nostro portierone, difatti, si è reso protagonista di un altro errore evidente anche contro la Roma, dopo la prova imbarazzante con il Milan. De Vrij è out per infortunio. Il nostro leader difensivo è un’assenza pesante in difesa. Poiché con lui vicino tutti giocano meglio, vista la sua grande sicurezza. Radu, nonostante la grande cattiveria agonistica che mette sempre in campo, è da parecchio tempo che non sta rendendo come ai tempi migliori. Biglia incarna bene il ruolo di leader e capitano in campo, visto che anche lui gioca con grande determinazione, ma molto spesso le sue giocate sono futili e invece di cambiare il ritmo alla partita rallentano il gioco della Lazio. L’argentino voleva giocare la Champions League, ma la sconfitta con il Bayer Leverkusen ha cancellato questa possibilità. Lulic negli ultimi tempi si è risvegliato dal torpore che lo aveva colpito per molto tempo, ma anche lui molto spesso non riesce a dare il suo contributo alla causa e le sue accelerazioni si concludono in un nulla di fatto. Parolo non sembra essere ai livelli della scorsa stagione e in questa prima parte di campionato non ha mai ingranato la marcia giusta. Klose, il nostro attaccante di punta, non ha ancora segnato in stagione ed il gol divorato nel derby è l’emblema della sua condizione fisica. Candreva, il vero leader della Lazio non è più lui. Colui che tirava di più in questa squadra, ora ha zero gol all’attivo. Mancano i suoi sprint, i suoi assist e il suo continuo apporto in fase offensiva. Antonio non ha ancora digerito la questione della fascia da capitano e la scelta di Biglia al suo posto lo ha rattristato. Felipe Anderson negli ultimi tempi si è sì risvegliato come Lulic, ma i suoi colpi da biliardo sono comunque molto pochi e in una partita non risultano mai decisivi. La sconfitta di Leverkusen ha poi fatto il resto, tutta la squadra non si è più risvegliata da quella brutta mazzata. Ci sono poi i rinnovi e gli adeguamenti di contratto lasciati in stand-by a pesare sulla serenità dell’intero gruppo. Marchetti è ancora in bilico, il suo contratto è in scadenza nel 2016, e dal prossimo febbraio sarà libero di firmare con un’altra squadra. Stessa cosa per Lulic e Biglia.
Come sempre in questi casi, nonostante la colpa sia di tutti quanti, le maggiori accuse ricadono sull’allenatore. E se vogliamo dirla tutta queste accuse sono in parte anche giustificate. Pioli, infatti, non avrà certamente tutte le colpe ma ci ha messo certamente del suo. Il tecnico biancocelste ha deluso nella gestione delle gare importanti: le prepara in un certo modo, ma se accade un imprevisto va completamente in confusione. Non è possibile che un rigore, anche se inventato, basti per fare perdere una partita. Ma con le grandi squadre la Lazio ha sempre sofferto in maniera smisurata, andando sempre in confusione, senza mai riuscire a gestire la gara. Le sconfitte con Juventus, Milan, Inter, Napoli e Roma ne sono la dimostrazione. Questi argomenti saranno trattati nel confronto che Pioli avrà con i dirigenti domani a Formello. Tutti saranno chiamati a farsi un esame di coscienza, in primis società. La strategia di mercato estiva potrà dare frutti in futuro, visto che i giovani potranno crescere, ma certamente non li ha dati nell’immediato. Le colpe quindi sono di tutti, nessuno escluso, e se la Lazio vuole ricominciare a vincere deve rendersene conto. Ora è arrivato il momento di tirare fuori gli attributi e se qualcuno non se la sente può andarsene. Vogliamo 11 leoni non 11 caproni!
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