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Da Sarri e Tudor a Baroni: come cambia la Lazio?

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La Lazio coltiva da anni ambizioni europee, ma sta faticando più del previsto a conservare una certa continuità di risultati. Ai tempi di Simone Inzaghi i biancocelesti stavano accarezzando persino l’idea di beffare la Juventus nella corsa allo scudetto, finendo con l’accontentarsi di un traguardo comunque pregevole come il tanto atteso ritorno in Champions League. Con l’avvento di Maurizio Sarri in panchina sembrava finalmente poter iniziare un ciclo interessante. Il tecnico scelto nel 2021 era reduce da un anno sabbatico dopo aver aver vinto lo scudetto proprio con la Juve. Ancora prima, Sarri aveva conquistato l’Europa League alla guida del Chelsea, mentre nonostante un gioco elogiato anche all’estero non aveva portato nessun trofeo al Napoli.

Ex banchiere, Sarri si è ritrovato ad allenare quasi per caso, facendo una lunga gavetta a partire dagli anni ‘90. La difesa alta con linea a 4 è stata un suo marchio di fabbrica, così come l’impiego della tecnologia negli allenamenti, in barba a chi lo definiva un uomo d’altri tempi. Per il mister cresciuto a Figline, la gestione della distanza tra i reparti rappresenta un concetto importantissimo. Proprio come a Napoli, però, alla Lazio non si è vinto nessun titolo. Il mandato di Sarri sulla panchina capitolina è durato quasi 3 anni. Tuttavia, sarebbe improprio parlare di un allenatore di passaggio. Il carisma del mister si è sentito in più punti, anche nel rapporto con i singoli giocatori, dagli screzi con Luis Alberto alle coccole nei confronti di Ciro Immobile, criticato in quel periodo non tanto per le prestazioni con la Lazio quanto per quelle con la nazionale.

Nella passata stagione Sarri era riuscito comunque ad onorare il girone di Champions League portando i biancocelesti agli ottavi di finale. Nonostante l’insperata vittoria nella gara d’andata, gli aquilotti sono stati costretti all’eliminazione davanti al Bayern Monaco e proprio quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso secondo il presidente Lotito, stufo dell’altalenanza di risultati soprattutto in campionato. Nel mese di marzo Sarri ha quindi rassegnato le proprie dimissioni lasciando la squadra al nono posto in classifica e la panchina al suo vice Martusciello. Poi è arrivato Igor Tudor, che nonostante non fosse noto per essere un amante della difesa a 3 ha stravolto in poche settimane la Lazio dal punto di vista tattico. Per il croato, alla prima vera esperienza con una big italiana, la chiave del successo risiede nel pressing elevato, così da arginare la costruzione dal basso da parte degli avversari.

Dopo aver totalizzato 5 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta in campionato, sfiorando nel contempo la finale di Coppa Italia, Tudor sembrava l’uomo giusto per raccogliere l’eredità di Sarri. Il mister croato era ben disposto ad accettare di aprire un vero e proprio ciclo a Roma. Tuttavia, quasi come un fulmine a ciel sereno, a inizio giugno anche Tudor ha rassegnato le proprie dimissioni e la Lazio si è vista costretta a guardarsi intorno per cercare un nuovo timoniere in vista della prossima stagione. Alla fine la scelta è caduta su Marco Baroni, che nelle ultime 2 annate aveva conquistato la salvezza prima con il Lecce e poi con il Verona, conducendo gli scaligeri addirittura al 13° posto in classifica.

Quello di Baroni non è certo un nome di grido, ma può diventarlo nel breve periodo. Affezionato alla difesa a 4, predilige il 4-3-3 e il 4-2-3-1, ma in qualche rara circostanza non ha disdegnato una linea difensiva a 3. L’anno scorso il mister ha adottato addirittura 6 moduli differenti sulla panchina dell’Hellas, senza sacrificare però le caratteristiche principali del suo gioco, che vengono individuate nella solidità difensiva e nel contropiede. Insomma, così come fu con Inzaghi, Lotito potrebbe aver scoperto un nuovo allenatore dalle grandi potenzialità nascoste. Oggi la Lazio non risulterà forse tra le squadre migliori d’Europa stando alle analisi degli addetti ai lavori e secondo le varie scommesse sui campionati di calcio, ma le ambizioni degli aquilotti non sono tramontate. Marco Baroni può scrivere una pagina importante della storia del club.



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