“Stefano De Martino in mutande per Belen…”; “Stefano De Martino alla nona edizione di Amici….”; “sexy servizio fotografico per Stefano De Martino….”; Stefano De Martino mostra fiero il suo nuovo tatuaggio…”.
Se si digita su Google il nome “Stefano De Martino”,le prime 70 pagine (forse anche le successive ma meglio fermarsi…) offrono solo notizie di questo tenore: gossip e indiscrezioni o immagini da “rotocalco rosa”. Infatti, Stefano De Martino è un ex ballerino della trasmissione televisiva Amici che ha avuto la fortuna di diventare pochi giorni fa il marito della (forse) Show girl, oppure ballerina, oppure più semplicemente ospite di professione di bella presenza Belen Rodriguez.
Per trovare Stefano De Martino responsabile della comunicazione della S.S. Lazio bisogna digitare il suo nome insieme alla parola Lazio ed ecco apparire prima una serie di immagini di bionde e folte chiome e subito dopo la biografia del personaggio in questione su LazioWiki (http://www.laziowiki.org/wiki/De_Martino_Stefano) che recita così:“Giornalista. Nominato nel luglio 2008 Responsabile della Comunicazione della S.S.Lazio. Fa parte di una Società, esterna alla S.S. Lazio, che si occupa di consulenza in tema di comunicazione. Per molti anni ha lavorato per la RAI”.
Niente più. Anzi no, anche 7 “mi piace” di FaceBook. Ma continuiamo a spulciare sul web e piano, piano appaiono una serie di celebri dichiarazioni rilasciate dal biondo giornalista qua e la. Anzi, quasi tutte la, ovvero ai microfoni di Lazio Style Radio 100.7; è praticamente impossibile trovare sue dichiarazioni o esternazioni rilasciate ad altre radio, TV o carta stampata. Forse si spiega anche così la scarna e striminzita descrizione che compare su LazioWiki.
Partendo dal presupposto che comunque ci si aspetterebbe dal responsabile della comunicazione della prima squadra della capitale che “comunicasse”, ovvero che intervenisse anche in altre sedi nei momenti di necessità. In quei momenti in cui sarebbe meglio che parlasse qualche“responsabile” della società, quando servirebbe far notare con i giusti modi e la giusta indignazione dei torti sportivi subiti, quando occorrerebbero immediate risposte a chi troppo spesso si diverte indisturbato a spalare materiale organico marrone e maleodorante sulla Lazio o quando le cose non vanno bene e forse ai microfoni di radio e soprattutto TV (a pagamento e non) sarebbe meglio non accompagnare soltanto l’allenatore per fare il mea culpa della squadra, ripetere che quando rientreranno gli infortunati sarà un’altra Lazio e che dobbiamo essere più cattivo o chiudere prima le partite.
Invece, il responsabile della comunicazione della S.S. Lazio al massimo lo vediamo spingere il giocatore designato per le interviste a fine partita o suggerire sottovoce ai pochi giocatori che accompagna in sala stampa a quali domande non rispondere. Inutile e malinconico sarebbe il paragone con chi negli anni lo ha preceduto nel suo ruolo.
Appena insediatosi nel Settembre 2008, dopo essere rimasto stregato dall’ambiente nel ritiro di Auronzo e dall’ampio progetto pieno di iniziative, aveva dichiarato:“Torneremo a partecipare attivamente anche nelle trasmissioni televisive e radiofoniche e speriamo di poter realizzare al più presto un museo della Lazio. La Lazio è storia in questa città, una storia fatta di successi, personaggi e coppe. Per me è un dovere e soprattutto un piacere parlare e rispondere alla gente”. (http://www.lalaziosiamonoi.it/news/stefano-de-martino-inizia-la-nuova-era-della-comunicazione-294).
Ma sinceramente senza sintonizzarsi sulla radio di stato è difficile sentirlo parlare e rispondere alla gente laziale, così come risulta difficile rintracciare partecipazioni a trasmissioni televisive e radiofoniche dei giocatori della Lazio. Magari si riferiva al suo principale che, suo malgrado, si prende sulle spalle tutto il peso di interloquire a suo modo con i media tutte le volte che la Lazio vince, ma se perdere si “Demartinizza” anche Lotito. Sul museo siamo ancora in attesa di una sede permanente, nella speranza che intorno ad esso non debba prima nascere un nuovo quartiere residenziale con supermercati e cinema.
L’8 Agosto scorso De Martino, intervenendo ai microfoni di Lazio Style Radio, dichiarava che ilmercato non era ancora finito, ma “la squadra mi trasmette entusiasmo. Il mister ha tante soluzioni. Il giudizio è molto positivo fino ad ora. Poi non sono il direttoresportivo, lo deve dire Tare. Lo ascolteremo, avremo modo di sentirlo”(http://lnx.lazialita.com/2013/08/08/fiuggi-de-martino-il-mercato-non-e-finito-ma-questa-lazio-gia-mi-entusiasma/).
Tralasciando le eventuali successive dichiarazioni del DS con il vizio delle “scommesse”calcistiche (che comunque possono provocare dipendenza….), pare evidente che a De Martino nessuno ad agosto avesse “comunicato” che in realtà il mercato della Lazio era già chiuso da tempo e che l’entusiasmo che gli trasmetteva la squadra era forse il risultato dell’effervescenza dell’acqua di Fiuggi.
Il prode “biondino”, il 2 Ottobre, questa volta ai microfoni di Lazio Style Radio 100.7, ammette che l’inizio di stagione è stato difficile, soprattutto per gli infortuni. Come se fosse difficile immaginare anche l’8 Agosto che Konko sarebbe stato a disposizione il 30% della stagione, che Ederson avrebbe avuto piccoli ma continui fastidi qua e la, che Klose non ha più 20 anni, che Anderson arrivava già azzoppato o che lo Sporting Lisbona non fosse poi così autolesionista nel lasciare andar via a zero euro un calciatore come Pereirinha che nelle ultime stagioni aveva collezionato non più di 11 presenze. Anzi 13 e in prestito alla squadra greca del Kavala. Il prode “biondino”, continua affermando che comunque siamo ancora ad inizio stagione, e che la sosta servirà per riprendere fiato. La domanda è: se dobbiamo riprendere fiato il 5 Ottobre, per marzo-aprile dobbiamo prenotare già oggi delle maschere ad ossigeno?
Ma il meglio di se De Martino lo offre quando ci “bacchetta” come tifosi laziali, perché lasciamo lo stadio vuoto o non ci facciamo sentire. Premesso che non vogliamo appropriarci di patenti di lazialità né toglierle a qualcuno, siamo comunque un po’ stufi di sentirci dire da vari comunicatori(più o meno ufficiali) del mondo Lazio come dobbiamo essere tifosi, in quanti dobbiamo andare allo stadio, con quale bandiera o sciarpa o cappellino, in quale settore, quando urlare o stare zitti, quando fischiare o applaudire.
De Martino, che al suo arrivo ci ha esibito la tessera degli Eagles Supporters, dovrebbe sapere bene che in passato non è mai stato necessario chiamare a raccolta i laziali o istruirli su come tifare; la gente laziale ha sempre capito quando c’era bisogno di farsi sentire e di trasmettere calore e coraggio a squadra e allenatore, di essere presente corpo e anima per spingere la Lazio oltre qualunque ostacolo. In questo modo la Lazio è diventata una seconda pelle anche per tanti calciatori originariamente non romani né tantomeno laziali.
Alle bacchettate di De Martino che ci incita a superare le “mere antipatie” per questo o quel personaggio della società, rispondo come fece un radioascoltatore intervenuto dopo la vittoria della Coppa Italia del 2009 ad una trasmissione radiofonica locale (non Lazio Style Radio 100.7…) che, per giustificare la sua assenza dallo stadio alla finale di pochi giorni prima, fece un paragone con l’attuale azionista di maggioranza sciorinando un elenco delle partite, spesso drammatiche, come Lazio-Catanzaro, Lazio-Varese, Lazio-Vicenza o spareggi per la serie C, in cui lui era presente a differenza dell’attuale presidente (“Io c’ero, lui no..”), citando infine l’ultima finale di Coppa Italia in ordine cronologico nella quale “lui c’era, io no…”.
Questa è la mera antipatia a cui fa riferimento De Martino, costringersi a non esserci per non confondersi con chi da quasi dieci anni oltraggia la società che dirige. Ecco perché oggi lo stadio è vuoto, ecco perché il tifo è tiepido e talvolta freddo. E chi asseconda l’azionista di maggioranza nei suoi atteggiamenti e nel suo operato non può che essere paragonato ai “filistei che faranno la stessa fine di Sansone”, quando verrà il momento. Perché nessun re e nessuna dinastia regnano in eterno, corte compresa. E questo vale anche per noi e per Lotito.
STEFANO GRECO
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