de martinoTorna a parlare ai microfoni di Lazio Style Radio 100.7 Stefano De Martino, dopo alcune settimane di silenzio. Un silenzio radifonico insolito, che infatti il responsabile della comunicazione biancoceleste ci tiene a spiegare. Dietro alla decisione di non intervenire in radio si cela l’intenzione di attenersi all’invito istituzionale a “sedersi in panchina” e non rilasciare dichiarazioni sui fatti di Varsavia. E proprio da quanto accaduto a Varsavia e proprio riguardo l’impegno della società biancoceleste in questa causa, parte l’intervento di oggi di De Martino: “Abbiamo agito in sordina per non creare disturbo, come eravamo stati invitati a fare dalle istituzioni che stanno seguendo la vicenda, ad esempio il ministro degli affari esteri. Come club non potevamo agire in maniera formale, ci teniamo in contatto due volte al giorno, il nostro è un impegno di carattere informale. È una vicenda che ha aspetti non più sostenibili. Non posso aggiungere altro. Ero convinto che ieri si potesse arrivare a una situazione positiva, ma nulla fare. Noi come club non avremmo potuto fare di più, le isituzioni invece devono far sentire la propria voce, anche il calcio isituzionale avrebbe potuto prendere posizioni ufficiali. Comunque, se questi ragazzi dovranno passare il natale a Varsavia, noi saremo lì con loro. Non servirà a nulla ma è l’unica cosa che possiamo fare: far sentire la nosra vicinanza soprattutto umana”.

CALCIOSCOMMESSE – La cronaca recente mette di nuovo sotto i riflettori il calcio scommesse, nuovi i nomi implicati nelle indagini: “Sono tre anni a oggi che parliamo di calcio scommesse, da novembre di tre anni fa, in cui ci furono le prime indiscrezioni. Ad oggi, dopo 3 anni, non parliamo di un processo di mafia ma di illecito sportivo. Dopo 3 anni, 48 ore fa si aggiunge quello che avete letto. Come sempre, poi le prime indiscrezioni, i primi verbali, finiscono subito sui giornali, cosa che negli altri paesi non accade. Succede quindi che Brocchi venga tirato in ballo per un rapporto con Bazzani. Noi leggiamo, non abbiamo altri contenuti, ci limitiamo a leggere i giornali. E’ ovvio che dagli elementi che leggiamo, da Brocchi a Tare e Lotito, sono stati tirati in questa vicend senza alcun piglio formale, ma con ipotesi che fanno quantomeno sorridere: si parla di una presunta assistente che passa il telefono. Non mi risulta che il direttore spotivo abbia assistenti: già questo fatto lascia immediatamente perplessità. Già la Lazio che si porta appresso un bagaglio di etichette, il pensiero della Uefa nei nostri confronti, è ovvio che tutto questo crei un ulteriore danno al mondo Lazio. Se mi fanno sorridere le ipotesi, i danni incalcolabili che questo coinvolgerci nella faccenda provoca invece mi da grande dolore. Sono passati tre anni e incontro il mio capitano e non so cosa dirgli: una situazione che non si riesce a capire, non è emerso nulla in più di quello che abbiamo letto due anni fa”. Poi De Martino rincara la dose: “Sono sicuro che tutto quello che stiamo leggendo non ha un fondamento reale. Siamo sulle pagine dei giornali e di siti internazionali da tre anni, è un macigno incredibile che nessuno potrà mai ridurre. Sono etichette che ci causeranno inestimabili danni, anche sportivi. Chi sarà nella Lazio, chi verrà in futuro non riuscirà mai a cancellare queste vicende, al di là di un esito positivo o meno. È un danno che non si può quantificare”.

L’APPELLO –Io amo la Lazio, fa parte dei miei valori, dei miei affetti. Voglio far sentire la mia voce, con forza griderò tutto quelli che non mi è piaciuto, ma lo farà a fine stagione. In questo momento noi viviamo uno dei periodi storici forse più difficili, corriamo un rischio vero. Dobbiamo capirlo tutto, non dobbiamo prestare il fianco all’esterno. C’è un clima esasperato intorno alla Lazio, serve l’aiuto di tutti”.  

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