Nelle ultime ore è tornata alla ribalta la questione della possibile decadenza di Lotito da presidente della Lazio. Sulla vicenda è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Radiosei il presidente di Federsupporter Alfredo Parisi, che in prima persona ha posto attivamente l’accento su questo scenario: “Oggi Abete ha detto che approfondiranno la questione ma secondo me è già tutto scritto. La Lazio ha risposto a Federsupporter in merito alla vicenda della decadenza del presidente Lotito mantenendo la linea di condotta che ha disegnato l’avvocato Gentile e che è stata ripresa da tutti i quotidiani sportivi. La stessa di ogni avvocato che difende il proprio assistito. Quello che ci tengo a precisare è che sono posizioni queste dell’attuale gestore, che sono totalmente distanti dalla squadra e dalla società, sono due cose assolutamente separate. Quello che mi meraviglia è il tentativo di interpretare una norma che è semplicissima. La domanda: è stato commesso un reato? Sì. Il reato è stato sancito da una sentenza passata in giudicato? Sì. Al reato è connessa una pena? Sì. Che tipo di pena? Lo deve decidere la Corte di Appello di Milano. Ed è una pena che è scritta: la reclusione fino a un anno e una multa dai 5 mila euro ai 2 milioni e mezzo. Sarà la Corte di Appello a quantificare questa pena. Lotito sarà sollevato dagli incarichi in Federazione solo nel caso in cui la condanna sarà superiore ai dodici mesi? Assolutamente no. La pena alla quale fanno riferimento i giornalisti che non approfondiscono si riferisce a dei reati che sono al di fuori, non contemplati da quell’articolo che dettagliatamente descrive reato per reato. Sia il 22 bis, che li descrive, sia l’articolo 11 del codice di comportamento sportivo edito dal Coni nel 2012. La violazione di questi va ad intaccare i principi che tutelano la lealtà e correttezza. Noi abbiamo fatto presente al Coni questa cosa e ci hanno risposto che si stanno documentando e hanno chiesto i documenti alla Federazione. Ci sono delle regole e vanno rispettare. La controparte dell’avvocato Gentile non siamo noi di Federsupporter, ma sono la Ferdercalcio e il Coni. Poi sarà anche la Consob. Noi abbiamo intrapreso atteggiamenti simili anche nei confronti del signor Preziosi, quindi non è una cosa che riguarda la Lazio che così non può nemmeno godersi in pace la vittoria di Firenze. Ripeto, il problema della persona difesa dall’avvocato Gentile, non tocca minimamente la società. Ci sono delle norme e vanno rispettate: siccome tutti si riempiono la bocca di parole che inneggiano alla lealtà e alla correttezza, i reati sanciti dalla Cassazione in via definitiva minano questi valori. Abbiamo aspettato quasi due mesi per interessare le istituzioni perché eravamo praticamente sicuri che subito dopo il deposito delle motivazioni, che è del 30 dicembre 2013, sarebbe arrivata una sentenza. Noi speriamo che si arrivi presto alla soluzione perché una cosa del genere portata alle lunghe diventa destabilizzante per tutti. Noi abbiamo chiesto chiarezza dopo aver approfondito il tema che non prendiamo assolutamente a cuor leggero. E anche grazie alla professionalità dell’avvocato Rossetti siamo arrivati a chiedere il rispetto delle regole e la trasparenza che tutti i tifosi chiedono. Perché le regole non devono essere applicate solo nei confronti dei tifosi in modo duro. Le regole si applicano a tutti i soggetti appartenenti all’ordinamento sportivo. Se così non è, i tifosi hanno tutto il diritto ad alzare la voce”.
Infine, Alfredo Parisi conclude il suo intervento parlando della Tessera del tifoso: “Quella è una cosa che mi è dispiaciuto non abbia avuto lo stesso eco da parte della stampa. Noi siamo riusciti a vincere una grande battaglia: quella di far separare la Tessera del tifoso dalla carta di credito. E la Tessera del tifoso intesa come fidelity card, quella che io ho per un’altra squadra della Premier League e che molta gente adesso sta prendendo, la posso concepire. E’ come la tessera del supermercato che quando vai a fare la spesa ti fa lo sconto. Questa sì che è stata una battaglia dura. Nel momento in cui riusciremo a portare in porto quello sforzo di far concepire il tifoso come consumatore, le cose cambieranno.Perché il tifoso non può essere solo soggetto passivo di regole costrittive e di comportamenti coercitivi. Se ti sposti da un sedile a un altro, sei soggetto a un Daspo. Fermo restando che le regole ci debbono essere. Non a caso noi siamo in una task force presso l’Osservatorio dove stiamo facendo di tutto per trovare gli strumenti che favoriscano l’accesso dei tifosi allo stadio. La tessera del tifoso è stata un fallimento per come l’hanno concepita le società, che hanno sfruttato un problema di comunicazione del mistero dell’Interno”.
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