Fabrizio-Piscitelli-Diabolik

Torna a farsi sentire Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik. In una lunga lettera, riportata sulle frequenze di Radiosei durante la trasmissione “La voce della Nord”, il noto personaggio del tifo organizzato biancoceleste appoggia l’iniziativa anti-Lotito portata avanti dalla Curva, che invita a lasciare lo stadio vuoto per Lazio-Atalanta di domenica prossima, chiedendo (tra le altre cose) di non rinnovare l’abbonamento per la prossima stagione: “In questo mese comincia la lettera – si sta discutendo il nostro processo che volge alla fine del primo grado di giudizio e dove la parte accusatrice ci ha condannato a otto anni in un’aula, che ha visto il volto dei soliti, noti, tifosi laziali. A molti sono voluti dieci anni per capire quello che la ‘sparuta minoranza’ aveva capito già dieci anni fa, ma come si dice non è mai troppo tardi. E allora dobbiamo ingranare la marcia, con tutti i modi possibili e civili, ma sostanzialmente incisivi e nelle nostre possibilità. Il fatto di aver riempito lo stadio contro il Sassuolo e obbligarlo a non menzionare ‘sparuta minoranza’, significa che sta capendo che siamo uniti, noi contro lui e loro, e non siamo mai stati, né saremo mai, ‘sparuta minoranza’. Dico loro perché non è solo lui il colpevole dello sfacelo annuale a cui ci hanno abituato. Il nostro caso è molto strano: quando diciamo che non siamo stati noi a volerlo, anche dietro consiglio politico, siamo noi gli stessi che lo vorrebbero fuori dalla nostra Lazio. Colui che si vanta di averla salvata, viene odiato dallo stesso popolo che fin troppo lo ha sopportato fino a oggi e che vorrebbe tanto dargli il benservito. Ormai è accerchiato, forte solo dei suoi monologhi e dell’appoggio di uomini di potere che difficilmente oggi gli farebbero gli stessi favori che gli fecero quando fummo arrestati e rilasciati dopo due anni e mezzo, con le vite nostre stravolte e cambiate da questo personaggio. Stavolta non abbiate paura delle sue minacce, non fatevi coinvolgere dalle sue insinuazioni, fatte ormai più da chi si sente un uomo accerchiato e che pensa di mettere ancora più paura ai suoi nemici, abbandonato anche dalla sua stessa forma fisica. Il suo far scintillare i braccialetti messi ai nostri polsi e portarli come esempio in tv dovrebbe diventare per tutti i nuovi tifosi il suono di una battaglia che deve ancora dare più forza a tutti coloro che ne hanno abbastanza, per non dire che non ce la fanno più. Non possiamo diventare l’ago della bilancia. Laziali, gli stessi giornali che erano dalla sua parte, difendendolo, ora hanno cominciato a lasciarlo solo, criticandolo come non mai e come giusto che sia, come i 45mila presenti contro il Sassuolo. Lui sicuramente, ma magari qualsiasi altro imprenditore, può capire che un popolo unito come siamo noi, ora come non mai, può riempire e svuotare uno stadio a seconda di chi lo gestisce. E’ evidente come, con una nuova persona nella nostra Lazio, si supererebbero ogni domenica le 45mila persone, e questo gestore capirebbe che, partita dopo partita, rimarrà solo con i suoi compagni di merende e giocatori così mediocri, di cui solo un’approfondita indagine degli organi competenti potrebbe farci capire il reale valore, perché di certo nessun laziale crede a quanto ci viene e ci è sempre stato detto sui prezzi dei calciatori. E’ evidente a tutti che il mercato in Sudamerica può permettere ancora qualche giochetto sul prezzo d’acquisto. Quali sono i 28 milioni spesi quest’anno per l’acquisto di giocatori? Tutto il popolo laziale se lo chiede, e pochi ancora sono rimasti senza risposta. Noi dubbi non ne abbiamo, e quindi invitiamo tutti a disertare lo stadio ed evitare di fare l’abbonamento nella prossima stagione. Non facendo gli abbonamenti, immaginate gli sponsor cosa e come contratterebbero con un presidente che ha alle spalle zero o quasi spettatori. Immaginate anche il fatto di boicottare materiale e prodotti ufficiali: quale sponsor firmerebbe a cifre importanti? Questa, cari tifosi, è la contestazione più pacifica e fastidiosa per un uomo attaccato ai soldi come lui. Qualcuno potrebbe dire che forse il momento di iniziare a ricontestare costui non è quello giusto, per via del nostro processo; ma proprio i più giovani del gruppo hanno pensato che invece, dall’epoca del nostro arresto, tutto è come prima. Anzi, peggio. E questo vuol dire che tutte le accuse che ci sono state mosse contro non appartengono alla realtà. Una realtà, invece, vicina a ciò che abbiamo sempre detto, dichiarato e dimostrato sin dal primo giorno. Se poi aver creduto a Chinaglia potrebbe costarci otto anni di libertà, sarebbe una delle più grandi ingiustizie che ci sono state lasciate in eredità da quel grande giocatore che fu, ma quel piccolo uomo che è stato nei confronti dei tifosi della Lazio. Noi ci stiamo giocando la libertà, voi combattete per la verità. Diabolik”.



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