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L’inchiesta Prisma che sta colpendo la Juventus per falso in bilancio, false comunicazioni al mercato ed aggiotaggio, ha portato la Finanza dalle parti di Trigoria per interrogare Paulo Dybala.

Guardia di Finanza da Dybala

L’attaccante è stato con la Guardia di Finanza per circa un’ora e mezza nella giornata di ieri ( martedì 21 febbraio). Il motivo è sempre quello, il club bianconero avrebbe pagato gli oltre 3 milioni di euro al giocatore che potrebbero essere finiti proprio sul conto bancario del giocatore. Cifra che non dovrebbe esserci per illeciti e che gli inquirenti vorrebbero capire se il numero 21 abbia effettivamente ricevuto quel compenso dalla società bianconera e per quale motivo.

Tutto questo perchè lo stesso attaccante, a suo tempo, avrebbe presentato una richiesta di risarcimento alla vecchia signora, alla fine delle trattative di rinnovo ( poi andante in mare aperto), con la proposta di risarcimento arrivata quando era ormai un giocatore giallorosso.

Non capendo la natura di questo ingente importo la Procura vuole vederci chiaro, anche perchè andando avanti con le indagini sarebbe stato evidenziato che questi soldi rientravano nella nota manovra degli “stipendi bis”, quella fatta tra 2020 e 2021 ai tempi dello scoppio della pandemia, con accordi privati tra squadra e atleti per spalmare gli stipendi.

Rischio Squalifica per Dybala e Compagni

In questo caso, come per altri calciatori tra cui Cuadrado e De Ligt e molti suoi ex compagni, la Juventus avrebbe suddiviso il pagamento in diverse rate, pare siano state due per Dybala, sotto forma di un fondo rischio, una pratica “opaca” della quale neanche la Lega Calcio e la Figc, Federazione calcistica italiana, erano state preventivamente informate.

Nel frattempo l’inchiesta Prisma è finita e adesso tutti gli indagati sono chiamati a raccolta dal Giudice per l’Udienza Preliminare il prossimo lunedì 27 marzo.

Se le spiegazioni di Dybala e degli atleti coinvolti non dovessero essere convincenti in merito a questi stipendi e relativi metodi di pagamento, per regolamento federale, il giudice può infliggere ai  tesserati colpevoli fino ad un mese di squalifica.



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