Una sera non tanto calda all’Olimpico, un giorno diverso dagli altri, l’occasione di tornare in Champions è ghiotta per la Lazio e per mister Pioli, che schiera il solito 4-3-3 con Onazi favorito su Milinkovic-Savic e Cataldi, Berisha obbligatorio in porta e Lulic a sostituire Radu causa una vecchia squalifica europea. Il Leverkusen di Schmidt ha in panchina l’ex Inter Giulio Donati, ma ha la formazione migliore, con i pericolosi trequartisti dietro Kiessling.
I primi venti minuti vedono una buona fase di studio, un arbitro troppo inglese, una piccola frangia che voleva rovinare la partita con cori razzisti e una grande occasione di Parolo deviata in angolo; è proprio nel momento in cui sembrava potesse decollare la Lazio che le Aspirine iniziano a somministrare le proprie pillole, Bellarabi mette a sedere Basta e spara di poco alto, Bender beffa Berisha ma non il palo e Son viene murato da Mauricio.
Il tiro impossibile di Klose, lanciato da Felipe Anderson, sembra essere un ulteriore tentativo per spingere la squadra, ma c’è troppo nervosismo misto a paura tra le due squadre che sembra non voler decollare bene il match; il vero e proprio brivido arriva quasi alla fine del primo tempo, con il turcotedesco Calhanoglu che a circa 60 metri dalla porta di Berisha tenta l’impossibile avendo visto il numero 99 fuori dall’area di rigore, palla che (vista la distanza) esce di poco e l’albanese si salva quasi all’ultimo.
Secondo tempo che inizia senza Klose, entra Keita, l’uomo che avrebbe pochi motivi per rimanere a Roma ma che, paradossalmente, ne avrebbe tanti per dimostrare a Pioli che può ancora dire la sua nella Lazio; nel Bayer esce un Son Heung Min totalmente assente ed entra Mehmedi, che si rivelerà di sicuro più incisivo. Lo spagnolo nero mette già paura a Leno, fa fuori un difensore tedesco ma a tu per tu col portiere in maglia gialla si perde e cade, ma non è rigore, e da lì Pioli pensa che serva qualità e pieni discreti in mezzo al campo, fuori l’operaio Onazi e dentro Milinkovic-Savic (opaco a fine partita).
La parata coi pugni di Berisha sulla pericolosa punizione di Calhanoglu fa ben sperare e infatti, dopo aver sofferto con un altro tiro del tedesco e un altro di Mehmedi, Felipe Anderson riesce a crossare basso un pallone che resta faticosamente sulla riga, Keita controlla ma il suo destro è debole; Mehmedi rischia di far nuovamente gol, ma finalmente arriva la gioia biancoceleste, con Keita che si fa 30 metri palla al piede resistendo all’assalto di tre giocatori del Bayer e con l’aiuto del palo batte Leno.
Il resto diventa ordinaria amministrazione: due sostituzioni, De Vrij mette paura perdendo momentaneamente i sensi durante uno scontro con Kiessling e Felipe Anderson fa l’egoista pur sfiorando il gol del 2-0. E’ festa all’Olimpico, la Lazio festeggia la vittoria.. e chissà forse la permanenza di Keita? Ma soprattutto, Biglia giocava?!?
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