Ancora donne, stavolta la storia della relazione clandestina con la svedese Ulrika Johnson nel bel mezzo della storia ufficiale con Nancy Dell’Olio. Ma anche calcio, e che calcio: i rapporti travagliati con Alex Ferguson e il tentativo da parte dello scozzese di impedire a Wayne Rooney di partecipare al mondiale del 2006 in Germania. La seconda puntata degli stralci dell’autobiografia My Story, by Sven Goran Eriksson and Stefan Lovgren, pubblicata dal Daily Mail, regala altri particolari della vita privata e della carriera dell’allenatore svedese.
IO E FERGUSON — “Ferguson è una persona piacevole, ma se entri in rotta di collisione con lui, non ti risparmia il veleno. E’ quello che è accaduto anche con me. Mi metteva in agitazione ogni volta che l’Inghilterra doveva affrontare le amichevoli. Mi chiamava al telefono, anche alle 7 del mattino, per dirmi di non convocare i calciatori del Manchester United. I suoi giocatori o erano infortunati, oppure avevano bisogno di riposare. Io però dovevo svolgere il mio lavoro e se volevo convocare un elemento dello United, lo chiamavo. Una volta accadde il contrario. Nel settembre del 2003, Rio Ferdinand rifiutò di sottoporsi a un test anti-doping al centro tecnico dello United. Lasciò Carrington e tornò a casa. La federazione mi disse di non convocare Ferdinand in occasione della partita successiva, contro la Turchia. Io ero d’accordo perché Ferdinand aveva commesso un gesto grave. Ferguson mi chiamò al telefono per dirmi di chiamare il difensore. Risposi: “Io non posso convocare Ferdinand. Per questa vicenda rivolgiti ad altre persone”.
LUI E LO UNITED — Le strade di Sven e di Ferguson si sono intrecciate anche in un’altra vicenda: la panchina dello United. “Nel 2002 lo scozzese annunciò che quella sarebbe stata la sua ultima stagione a Manchester. Ne aveva abbastanza dopo sedici anni di lavoro e dopo aver vinto tutto. Un giorno mi chiamò Pini Zahavi, un agente internazionale. Mi disse che voleva incontrarmi a pranzo, ma che non poteva dirmi al telefono di che cosa si trattasse. Ci vedemmo la mattina successiva, a Londra. Quando arrivai, Zahavi era insieme a Peter Kenyon, l’a.d. del Manchester United. Kenyon mi chiese se ero interessato alla panchina dello United. Gli risposi di sì. In quel momento il Manchester United era il miglior club al mondo. Sapevo a quello che andavo incontro perché avevo un contratto con la federazione inglese valido fino al 2006. Avrei ricevuto molte critiche. Due settimane dopo Zahavi mi richiamò per un secondo appuntamento. Mi bastò il primo sguardo per capire che l’affare era saltato. Kenyon mi disse che Ferguson aveva cambiato idea”.
ROONEY — Sven, Alex e il giovane Rooney: questa storia accade nella primavera del 2006: “Ferguson mi disse che se avessi convocato Rooney al mondiale tedesco del 2006, mi avrebbe reso la vita difficile. Rooney si era rotto il metatarso qualche mese prima contro il Chelsea e stava recuperando. Rooney e il suo agente, Paul Stretford, erano consapevoli di che cosa stesse tramando Ferguson. Io e il medico della nazionale inglese, Leif Sward, uno specialista di questo tipo di infortuni, incontrammo Ferguson e un dottore dello United a Carrington. Il medico dello United mostrò le radiografie e disse che l’osso non sarebbe guarito in tempo. Leif lo guardò negli occhi e gli disse: “Perché dici bugie?”. Avrei voluto filmare la faccia di Ferguson quando Leif spiegò che Rooney sarebbe guarito in tempo per partecipare al mondiale. Quando Leif terminò di parlare, mi voltai verso Ferguson e gli dissi: “Spiacente, Alex, ma convocherò Rooney”.
LUI E ULRIKA — Sven incontra Ulrika l’8 dicembre 2001 a un party organizzato dalDaily Express. Ulrika si siede accanto a Sven. Quando Nancy Dell’Olio, presente al pranzo, si alza per andare al bagno, Sven chiede il numero di telefono a Ulrika. Qualche giorno dopo lo svedese e Ulrika si incontrano in un ristorante di Londra: “Non avevo paura che potessero scoprirci. Due svedesi che si vedono a pranzo per parlare: che cosa può esserci di male?”. La prima serata romantica si svolse a Manchester. Io e Ulrika trascorremmo una splendida notte. Ulrika, una celebrità della tv inglese, mi disse che stava scrivendo un libro sulla sua vita: “Non ti preoccupare Sven, tu non ci sarai”. La storia andò avanti. Ci vedevamo nella sua casa di Londra, una volta persino in Portogallo. Nancy non sospettava nulla. Partiva spesso per l’Italia e io ero libero. Ma un giorno, ad aprile, due mesi prima dei mondiali di Giappone e Corea del 2002, fui svegliato da un rumore fuori dalle finestre. La mia casa era assediata da un centinaio di giornalisti. La storia con Ulrika era stata scoperta. La madre di Nancy mi chiamò al telefono. Aveva letto tutto su un sito. Mi chiese: “Sven, è tutto vero?”. Le risposi di non preoccuparsi”.
dal nostro corrispondente
Stefano Boldrini© RIPRODUZIONE RISERVATA GAZZETTA DELLO SPORT
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