Stefano Fiore, ex centrocampista biancoceleste, ha commentato, sulle frequenze di Radiosei, la prova di domenica della Lazio e ha presentato anche la gara di giovedì contro la Juventus. Fiore è uno che di Lazio e di Coppa Italia se ne intende, avendo giocato dal 2001 al 2004 a Roma e avendo vinto ben due coppe nazionali, una con la Lazio e una col Parma.
Queste le sue parole sul campionato e sule possibili protagoniste: “Dopo un inizio stentato della Juventus e del Napoli, credo che faranno un campionato a parte. Sono le squadre meglio costruite, con una rosa che permetterà loro di giocarsi lo scudetto fino alla fine. Io credo che la favorita sia la Juventus. Mi auguro, per una simpatia nei confronti del Napoli, che riesca a insidiarla fino alla fine. E chissà, anche a strapparle il tricolore”. Poi sulle prestazioni altalenanti della Lazio, che per Fiore dovrebbe prendere esempio dalla Juve: “Ci auguriamo che la Lazio possa invertire la rotta e trovare continuità. Si fa fatica a mantenere un certo standard di rendimento e di fame. A questo proposito penso alla squadra torinese: è una grande società, la migliore. Questo si rispecchia sulla squadra. Alla Juve magari ci vuole qualche partita, ma poi ci si rende conto della maglia che si porta e delle ambizioni del club. I bianconeri hanno vinto anche quando non erano al top…”.
Un buon collegamento tra squadra, club e società e imprescindibile per l’ex centrocampista biancoceleste: “Certo, un giocatore dovrebbe essere in grado di stimolarsi con le proprie motivazioni personali. Ma è uno sport di squadra, che rispecchia la società. Per questo si vive con rammarico il non aver sfruttato in estate la possibilità di andare in Champions. Avrebbe permesso disponibilità economiche diverse. Quello è stato emblematico: non trasmetti fiducia all’ambiente, né voglia di ottenere grandi risultati”. Poi sulle fragilità della difesa della squadra capitolina: “Non mi sento di etichettare i colleghi in un determinato modo, ma certamente non è un reparto ben assortito. Che sta palesando limiti molto grande”.
Ma secondo Fiore è possibile far giocare assieme Felipe Anderson, Keita e Candreva? Questo il suo pensiero: “È un’alternativa, non penso che Pioli non ci abbia pensato. Però credo che adesso sia difficilmente sostenibile. Mettendosi nella testa del tecnico, penso che mettere molti uomini di qualità potrebbero non dare punti di riferimento in attacco, ed è un bene. Ma potrebbero rischiare di non proteggere anche un settore, quello arretrato, che soffre un po’. Determinati attaccanti, bravi a giocare, devono essere supportati da centrocampisti di un certo tipo. La Lazio non ha molti palleggiatori, quindi servono dei riferimenti in attacco”. Poi un suo commento dettagliato sulle prestazioni di Felipe Anderson:“Visto quello di cui è capace, al momento sta giocando al di sotto delle sue possibilità. L’origine del blocco non può comprendersi da fuori: non so se sia un fattore psicologico, la voglia di cambiare aria. Ma va recuperato”. Infine Fiore, che nella sua carriera ha fatto diverse volte male ai bianconeri, cerca di designare il suo erede, colui che potrà far di nuovo male alla Juve: “La gara sembra avere un esito scontato. È la gara migliore per chi è in difficoltà, dal punto di vista della preparazione potrebbe essere un’iniezione di fiducia. Ci vuole gente fisica anche davanti: la buona prestazione di Klose potrebbe essere un bel segnale. E poi alle spalle della punta bisognerà reggere l’urto. E colpirla attaccando negli spazi”.
Fonte: Radiosei 98.100
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