Una brutta Lazio, perde meritatamente contro una Fiorentina al top. Illusorio vantaggio di Luis Alberto al fine primo tempo, dopodiché il nulla cosmico. Alla fine della gara, mister Sarri ha commentato così il match in conferenza stampa:
Di chi è la responsabilità sulla costruzione della squadra?
“Ognuno si prenda le sue responsabilità. La società a luglio è stata chiara su chi faceva il mercato. Se io chiedo A e tu mi fai scegliere tra C e D è abbastanza chiaro. Ma questo non rientra nel discorso di stasera. Prestazione brutta, non ci ha scosso nulla, il rigore sbagliato, il vantaggio immeritato, il svantaggio. Se si parla di attenuanti ce ne sono ma è molto meno di un alibi. La mia paura di fare questo tipo di partita c’era ma me l’aspettavo un po’ meglio. Siamo andati in campo con qualcuno che doveva tirare il fiato, qualcuno con la febbre e qualcuno che è andato dentro senza allenarsi. Le attenuanti ci sono ma è brutto non saper approfittare di un dono della fortuna a fine primo tempo. Squadra mentalmente devastata stasera grazie all’accumularsi di tensioni nervose che ci hanno fatto avere un down pesante mentalmente. Non c’è stato un calcio d’angolo contro che abbiamo preso noi la palla di testa. Per fare quattro competizioni serve una struttura materiale e mentale molto forte. Ci vuole gente pronta a giocare ogni tre giorni”.
Serviva un po’ più di palleggio?
“Ho visto una squadra a metà strada in tutti gli aspetti. Volevamo tenere la linea alta senza coprire la palla e questa è la prima incongruenza. Quando volevamo palleggiare sbagliavamo molto, basta pensare al gol del pari”.
Situazione infortuni? Chi ha la bronchite?
“Provedel sta male, anche Casale. Sensazione di non respirare dal mal di gola anche per Romagnoli. Anche Cataldi non stava al meglio”.
La situazione ti sta sfuggendo di mano?
“Tra la partita di Torino e oggi c’è una bella differenza. E’ la stessa domanda che mi fai da quattro mesi. Ti scriverò una lettera e ti scriverò tre quattro cose. Vorrei una domanda di calcio. Stasera la squadra non ha fatto il tipo di calcio che piace a me, questo è evidente. Negli ultimi anni la Lazio è sfuggita di mano a molti. Non è capitato spesso di stare dentro tre competizioni a febbraio”.
La Lazio ha finito il ciclo?
“Finiscono in modo inevitabile. E’ una squadra con un’età media molto alta e che verrà rifondata. Ma ha anche una base da cui ripartire. Attenuanti fisiche le ho tirate fuori solo stasera. Questa è una squadra a rischio livello di mentalità. Anche l’anno scorso abbiamo avuto delle partite al livello di stasera, come quella in Danimarca. Al livello di forza mentale, non si sta parlando di volontà, ha sempre fatto un po’ di fatica. Parlo come gruppo squadra, come staff e come ambiente. A me interessa il gruppo e sto cercando di cambiare la mentalità. Se la cambia allora può ignorare anche l’ambiente”.
Ti ha sorpreso la mossa di Bonaventura più basso?
“No, era un tentativo di improntare la partita più velocemente e poi mettere dentro centrocampisti più difensivi. A Vincenzo digli che voleva tritarci, ma eravamo già tritati da soli”.
Le dichiarazioni di Luis Alberto, parlare meno allenarsi di più?
“Non so se si riferiva a qualche compagno di squadra. Non abbiamo parlato dopo la partita. Forse si riferisce a qualche discussione tra calciatori in campo o dopo”.
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