In diretta da casa sua, ai microfoni della Lazio, è intervenuto Francesco Acerbi, pilastro difensivo di questa rosa biancoceleste.

Vorremmo tornare tutti alla vita di tutti i giorni, andare a lavoro e svolgere tutte quelle piccole cosa a cui siamo abituati. Noi vorremmo tornare a giocare e saremo i primi a tornare in campo quando ci daranno il via, ma al momento non abbiamo alternative. Mi sono allenato tutti i giorno nel corso di questa quarantena, ho svolto anche un po’ di riabilitazione dopo il piccolo infortunio che avevo subito. Stiamo seguendo delle tabelle personalizzate.

Sono abituato ad essere in casa, mi sto tenendo impegnato per continuare ad essere allenato. Mi mancano le sedute di Formello, quando ci richiameranno ci faremo trovare pronti. Rifletto spesso e penso sempre, ho anche uno psicanalista con il quale parlo quotidianamente. Io mi soffermo sul campionato, non a cosa succederà: non si ha ancora certezza di nulla, posso pensare alle mie decisioni interiori ed a quello che è accaduto fino ad oggi, ma anche a cosa voglio da me stesso, dal mio futuro. Ora il nostro obiettivo è restare in forma, ma non abbiamo un traguardo vero, torneremo ad averlo quando sapremo con certezza quanto torneremo a giocare.

Sento sempre i miei amici e la mia famiglia che vivono in Lombardia, stanno tutti bene per fortuna. La crisi sta passando e speriamo che i numeri possano calare sempre di più. La salute è importante, noi siamo previlegiati, ma ci sono persone che in queste circostanze non riescono a lavorare e, di conseguenza, non riescono a portare i soldi a casa. Dobbiamo pensare anche agli altri, non solo a noi che siamo secondi in classifica e che vorremmo vincere il campionato. Sarò il primo a tornare in campo, ma ad ora dobbiamo restare in casa e riflettere perché ci sono ancora tante persone che stanno morendo. Il calcio continuerà ad esistere allo stesso modo, nelle prossime due stagioni magari sarà più turbolento: ho sentito tante ipotesi, ma ancora non abbiamo certezza di nulla.

Con i compagni ci sentiamo spesso, chiacchieriamo e parliamo delle nostre idee. L’importante è che stiamo tutti bene, speriamo di rivederci presto. Gli Europei? Era destino, speravo di poter giocare ma ci dev’essere un perché dietro tutto questo. Spero possa essere un obiettivo per il prossimo anno, tornerò in campo per raggiungere questo traguardo. Sarà orrendo giocare partite di campionato senza i tifosi: i sostenitori animano il nostro sport, la gente fa la differenza per noi. Giocheremo probabilmente tre volte a settimana e vincerà chi avrà i nervi più saldi, non sarà assolutamente facile.

Le parole di Jaap Stam? Mi hanno fatto piacere, è stato un grande calciatore. Stiamo facendo molto bene ed i complimenti ci rendono sempre orgogliosi, ma finisce lì. Quest’anno tutti devono sentirsi importanti e voglio fare i complimenti a tutti i miei compagni di squadra che si sono sempre fatti trovare pronti, altrimenti non saremmo secondi in classifica a questo punto. I nostri attaccanti ci stanno aiutando molto nella nostra fase difensiva: se tutti corrono, è normale che si subiscono meno reti. Noi siamo una squadra molto offensiva, abbiamo creato molto e segnato tante reti. Sappiamo esattamente quando attaccare il pallone e quando non farlo, e quando questo accade è difficile per gli avversari fermarci. Le nostre due fasi sono molto equilibrate e, di conseguenza, riusciamo a segnare molto ed a subire poco”.



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