Francesco Acerbi è intervenuto in conferenza stampa da Coverciano. Il difensore biancoceleste ha trovato l’ennesima convocazione di Roberto Mancini per la nazionale italiana.
I debuttanti
“Devo fare i complimenti a loro, sono forti e giovani. Castrovilli è sotto gli occhi di tutti, immaginavamo che potesse arrivare la sua occasione. Cistana l’ho conosciuto 2-3 anni fa, lo feci allenare con il mio preparatore Simone Loria a Forte dei Marmi. In due anni l’ho trovato in A al Brescia. Ha grande voglia, umiltà, perché ha avuto dei problemi andando in prestito e facendosi male. Questa è una convocazione più che meritata, sono proprio contento per lui. Poi deve andare avanti così, ha fatto poche partite in A, deve crescere”.
La personalità dentro e fuori dal campo
Io faccio quel che mi dicono di fare, ci sono persone che devo rispettare, come nella società. Noi siamo pagati da loro, punto. Personalità ce nè in campo, fuori decide il club: se fai il contrario sei libero di farlo, ma poi accetti le conseguenze. Io non ho problemi di personalità, ho una palla (ride, ndr)”.
Posto fisso in Nazionale?
“Io non ho mai pensato al posto fisso, non ce l’ho. Cerco di dare sempre il meglio per dei motivi, per me stesso, per migliorarmi. Per fare sì che l’allenatore non abbia idea di potermi cambiare, nella Lazio. In Nazionale ci sono tanti ottimi giocatori, manca Chiellini che è una colonna internazionale, io con i piedi per terra penso che ogni opportunità sia una finale. Giocando gli errori ci possono stare”.
Il famoso Italia-Svezia e la mancata qualificazione di due anni fa…
“La qualificazione mancata ero a vederla a casa di un amico, me la ricorderò sempre. A fine partita ero incredulo, speravo sempre che facesse gol qualcuno, invece non è successo e ci sono rimasto veramente male. È una cosa passata, siamo agli Europei e bisogna guardare avanti. Giusto prendere spunto dagli errori, ma andare avanti”.
Ciro Immobile?
“È un amico, un grande attaccante, ora bisogna preservarlo. Spero faccia ancora un sacco di gol, è importante nella Lazio. Pure quando ne ha fatti qualcuno in meno. Se andasse avanti con questo ritmo sarebbe da Pallone d’Oro. Speriamo continui così, merita tante gioie”.
La Bosnia contro l’Italia può vincere?
“Andiamo in uno stadio piccolo, 15 mila spettatori. Non sono passati ma hanno la Nations League, noi vogliamo dimostrare e continuare a vincere. È un campo ostico, difficile, rischi di fare una brutta figura e non vogliamo”.
Lazio e Nazionale, la differenza?
“Costruiamo a tre, mi piace il ruolo, lo faccio ogni tanto nella Lazio, mi piace essere propositivo. Ma il mio compito è cercare di difendere bene, io ho sempre giocato, mi piace stare nel vivo del gioco”.
Lazio da Champions League?
“Stiamo facendo grandi cose in campionato, quattro vittorie di fila. Peccato per l’Europa League, non è detta l’ultima parola, ma dovevamo e potevamo fare qualcosa di più, io in primis. Questo ci lascia con l’amaro in bocca, il campionato non finisce domani. Noi puntiamo alla Champions perché abbiamo tanti giocatori forti, siamo amalgamati. Speriamo che a maggio sia così. La nostra squadra è forte, gli alti e bassi che c’erano erano preoccupanti. Queste quattro vittorie devono essere il punto di partenza, ci sono state delle partite in cui vincevi e poi andavi a perdere in malo modo. Questa è la strada giusta, abbiamo dimostrato continuità. Peccato ci fosse la pausa, meritiamo il terzo posto. La continuità ti porta ai risultati”.
Bosnia-Italia, Dzeko come avversario
“Per me è un derby. Poi deciderà il mister. È uno dei migliori attaccanti in circolazione, ha destro, sinistro, colpo di testa, controllo, profondità. Lo dimostra che, all’andata, da solo, metteva in apprensione i difensori. Ci sono altri grandi giocatori, come Pjanic a centrocampo. È una partita difficile. Giocheranno per la vittoria, anche noi”.
Il gol a Sirigu. Ci hai parlato da quel giorno?
“Non mi saluta da tre giorni (ride, ndr). In quella partita avevo già pensato di tirare, ero molto libero nella zona di metà campo. Ho tirato ed è andata bene. Qualche anno fa calciavo di più, ora vedendo Luis Alberto, Milinkovic, meglio passarla va’, fanno loro la differenza. Poi dipende dagli avversari, ora anche le piccole pressano e ti fanno giocare poco. Si vede, il Lecce ci ha messo in difficoltà”.
Difesa?
“Di per sé è un’ottima difesa, poi si difende come squadra, nessuno ha mai difeso quattro contro cinque. Siamo in undici, si difende tutti, si attacca in altrettanti. Giochiamo e ci divertiamo, tutti insieme. Il difetto è che bisogna sempre migliorare, non siamo tutti i giorni con il mister. Ogni allenatore di club può modificare l’aspetto difensivo, questo potrebbe influenzare. Sappiamo tutti come si dovrebbe fare per difendere. Oramai siamo grandi”.
Punti su cui bisogna migliorare?
“Non siamo tutti i giorni insieme, questa è probabilmente la cosa che manca”.
Delegazione al Bambin Gesù…
“Io ci sono, siamo in tre oltre al mister. Sono molto contento di esserci. L’altra volta mi è venuto spontaneo, per me era giusto una volta che vai – e non ci vai spesso – salutare tutti, vederli tutti, stare con loro. Alla fine ci stai cinque-dieci minuti in più, non succede nulla”.
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