Morte Diabolik, la lettera della moglie per i funerali di Fabrizio

Il solo ed unico giudice dopo la morte deve essere solamente ed esclusivamente Dio. Non parliamo di un assassino, non parliamo di un terrorista, non parliamo di funerali in stile casamonica con elicotteri e neanche di una morte di un Mafioso.

Lo specifica anche la moglie tramite una lettera strappalacrime.

 “Fabrizio non meritava di morire così. Nessuno merita di morire così. Ci è stato vietato di celebrare un funerale in forma pubblica per motivi di sicurezza.  Ma la sicurezza di chi? Al contrario di ciò che si pensa e si legge sui giornali, Fabrizio era un uomo amato dagli amici e rispettato da tutti. Non era un mafioso come lo si dipinge in queste ore: non ha mai subito condanne per associazione mafiosa o provvedimenti come il 41bis. E tutti i beni messi sotto sequestro ci sono stati restituiti. Lo state uccidendo di nuovo; tanto quanto il killer infame che lo ha sorpreso alle spalle. Non ci saranno problemi di ordine pubblico lo garantisco. Noi vorremo soltanto una cerimonia funebre che renda onore a Fabrizio, permettendo ai famigliari e agli amici di porgere l’ultimo saluto ad un uomo vero, un punto di riferimento per quanti lo conoscevano. Abbiamo il sacrosanto diritto di rendere omaggio a mio marito come merita, noi famigliari e le centinaia di persone che desiderano farlo. Abbiamo il diritto e la volontà di consolarci nell’abbraccio della gente che voleva bene a mio marito. Ancora una volta, l’ultima“.



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