Al premio Scopinio c’era un rappresentante della famiglia Pulici, per la prima volta purtroppo non c’era Felice, portiere dello scudetto del 74 della Lazio, ma il figlio Gabriele
“Era un dovere essere qua perché papà era molto legato a questa terra e al premio Scopigno. L’anno scorso ce l’ha messa tutta per essere presente, facendo tantissima fatica. Siamo molto contenti che da quest’anno al premio venga associato il suo nome. Il ricordo del figlio di Viola?In questi 10 mesi dalla sua scomparsa la cosa più soddisfacente è aver ricevuto tantissime attestazioni di stima da romanisti. Mio padre ha lavorato negli ultimi anni al CONI Lazio, avendo la fortuna di collaborare con il presidente Viola. Era un connubio perfetto tra Lazio e Roma. Sentire oggi suo figlio venire qui e dirgli quelle parole è un motivo d’orgoglio, mi ha fatto commuovere“.
Quest’anno c’era anche il premio Pulici che premiava il miglior portiere di Serie A e di Serie B, i premiati sono stati Alessio Cragno, portiere del Cagliari e Alberto Paleari che invece difende la porta del Cittadella. Una coincidenza che proprio la domenica dopo la morte di Felice Pulici la Lazio giocasse contro il Cagliari e proprio Cragno consegnò alla famiglia Pulici la maglia del portiere con la firma di tutti i giocatori, un gesto molto apprezzato da Gabriele
“Le cose non accadono mai casualmente. La prima partita dopo la scomparsa di papà era il 22 dicembre, Lazio – Cagliari, il giorno del suo compleanno. In quell’occasione i rossoblu e Cragno ci hanno fatto recapitare la maglia del portiere con la firma di tutta la squadra. E lui (Felice Pulici ndr) era un grande estimatore del portiere del Cagliari. Quindi dare a Cragno la prima edizione del trofeo dedicato a papà ci riempie d’orgoglio. Da allora seguiamo lui e i sardi con grande affetto. Se venisse alla Lazio? Sarebbe la chiusura del cerchio. L’ho detto anche a Paleari del Cittadella, me lo auguro. Lui è nato a 10 minuti da casa nostra, magari un giorno ripercorrerà le orme di mio padre e vincerà lo scudetto”.
Ovviamente due parole sulla Lazio, la squadra che ha segnato la carriera di papà Felice “La Lazio per noi ha sempre rappresentato il massimo. Dal ’74 in poi la nostra vita è stata continuamente condizionata dalla Lazio e dai suoi risultati. Al di là degli ultimi anni e dei rapporti con l’attuale dirigenza, noi seguiamo sempre con grande affetto i biancocelesti, ci sono rimasti nel cuore. Mio padre provava solo amore per questa squadra e questi tifosi”. In conclusione due battute sul attuale portiere della Lazio”Strakosha è un ottimo portiere, deve migliorare sulle uscite e sulla personalità. Ha dimostrato, come è successo con mio padre, di saper superare lo scetticismo iniziale meritandosi la maglia da titolare in Serie A”.
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