C’è sempre la firma dello stesso giudice, il gip Guido Salvini, ma un anno dopo cambia di molto l’orizzonte di Almir Gegic: dal carcere di Cremona a una panchina di calcio, quella svizzera del Rancate (Seconda Lega) dove l’ex centrocampista inizierà la carriera di allenatore (farà il vice) proprio nello stesso club del Canton Ticino dove aveva concluso quella di giocatore a causa dei problemi giudiziari. Accolta ieri l’istanza presentata dai legali del serbo per la revoca del divieto d’espatrio, una delle misure rimaste pendenti nel un lungo iter iniziato lo scorso ottobre, quando Gegic si era consegnato alle autorità dopo una latitanza cominciata nel primo giugno 2011, data dei primi arresti nell’inchiesta sul calcioscommesse condotta dalla Procura di Cremona.
Lo slavo è considerato dal pm Roberto di Martino uno dei principali protagonisti delle combine effettuate in Italia negli ultimi anni. Per gli inquirenti fa parte della cosidetta banda degli Zingari. Gegig dopo il suo arrivo è stato interrogato più volte, con ammissioni, ma anche molte omissioni secondo il pm. Per questa ragione è rimasto in carcere 6 mesi (il massimo consentito dalla legge). Era uscito con l’obbligo di restare in Italia (passaporto sequestrato) e firma in Questura bisettimanale. Adesso queste restrizioni sono state mitigate. Il gip Salvini ne ha spiegato i motivi in un provvedimento: «Gegic ha fatto qualche passo in avanti, seppur con espressioni volutamente “prudenti” non solo ha confermato alcuni dei più importanti incontri svoltisi nella primavera del 2011 all’albergo Una Tocq di Milano fornendo conferma alle dichiarazioni rese da Gervasoni (l’ex del Piacenza arrestato nel dicembre 2011, ndr) e da ultimo da Ivan Tisci, ma ha ammesso che Ilievsky (considerato il capo degli Zingari e tuttora latitante, ndr) presente con cospicue somme di denaro a tali importanti incontri, non era il numero uno perché non godeva da solo di poteri decisionali. Non era in grado di autofinanziarsi la manipolazione delle partite, né di stabilirne le modalità, ma sopra di lui di vi era un boss, cui ha fatto cenno anche Tisci con il quale Ilievsky si rapportava per telefono, tenendo comunque Gegic al di fuori di tali conversazioni, prima di dare una risposta alle situazioni che gli venivano offerte. Ilevsky doveva rispettare delle regole come la necessità assoluta di avere un contatto diretto con i giocatori da corrompere prima di pagare il compenso e definire gli accordi ». Il boss in questione secondo gli investigatori è Dan Tan arrestato qualche settimana fa a Singapore.
Resta Aggiornato con il nostro Canale WhatsApp! Ricordiamo che il canale è protetto da Privacy ed il tuo numero non è visibile a nessuno!Iscriviti Subito cliccando qui sul canale di Since1900