Da giocatore è stato protagonista nel Vicenza della miracolosa Coppa Italia, in una squadra che ha sfornato talenti ed allenatori in attività, basti pensare a Di Carlo, Ambrosini, Ambrosetti, Otero e tanti altri. In quel gruppo, magistralmente allenato da Francesco Guidolin, giocava anche Giovanni Lopez, e le sue abilità furono viste dalla dirigenza laziale e da Sergio Cragnotti, agevolati dal suo amore per i colori biancocelesti, ma fu amore breve a causa di uno sconosciuto ma promettente Alessandro Nesta, il quale gli scalzò il posto in poco tempo. Il resto è storia nota, Napoli, Torino e l’ex Cisco Roma (ora fallita), poi la carriera di allenatore dove figura due anni da vice di Edoardo Reja tra il 2010 e il 2012. Lalaziosiamonoi.it ha intercettato lo stesso Lopez, al momento senza panchina, analizzando con lui questo inizio di stagione della squadra romana.
Una vittoria importante contro il Rosenborg in una gara complicata. Un ottimo segnale da parte della squadra.
“La partita non era iniziata nel migliore dei modi, Mauricio deve rivedere alcune cose perché è un giocatore che fa molti falli. Ha messo in serio pericolo la partita, ma c’era un tale divario tra le due squadre che la Lazio è riuscita a sopperire alla mancanza di un giocatore”.
I numeri di Mauricio sono impietosi: tre espulsioni in nove partite, dov’è il problema?
“Deve considerarsi un difensore e deve moderare gli interventi. Non è detto che tutte le volte debba prendere la palla o far fallo. Anche il suo allenatore glielo dirà, a volte si può evitare l’intervento ed accompagnare o accorciare”.
Pioli ha sostituito Onazi piuttosto che un attaccante, come si suol fare dopo un’espulsione. Che effetto ha avuto sulla squadra?
“È stato coraggioso perchè non ha tolto gli attaccanti ma un centrocampista come Onazi, ha dato un segnale importante che è stato recepito dalla squadra”.
L’assenza di de Vrij continua a pesare, è opportuno tornare sul mercato?
“Non conosco la situazione di de Vrij nello specifico ma lui e Biglia sono metà squadra. Sono giocatori importanti e imprescindibili sotto tutti i punti di vista, la mancanza di de Vrij si vede e si sente. È talmente forte che dà anche sicurezza al reparto, è importantissimo per la Lazio”.
Ci sono stati confortanti segnali di ripresa da parte di Radu, un giocatore che lei conosce bene.
“Quando c’eravamo io e Reja era uno dei migliori difensori in Italia, ha avuto un periodo straordinario. Ultimamente si era un po’ perso, ma credo che si stia riprendendo. È un giocatore fondamentale e permette a Lulic di giocare in un ruolo a lui più congeniale. Senad dietro fa un po’ più fatica e non riesce a tirar fuori le sue caratteristiche principali”.
Domenica all’Olimpico arriva il Torino di Ventura, che partita sarà?
“Mi aspetto una gara difficilissima. Il Torino è una squadra molto tattica, mette in difficoltà qualsiasi avversario. Attendo una prova di maturità da parte della Lazio, questa squadra o vince o perde. Dovrebbe trovare la misura anche per pareggiare, deve ancora trovare il vero equilibrio”.
Possiamo definirlo uno scontro per l’Europa?
“La classifica dice questo, è una sfida per l’Europa. Mancano ancora tante partite alla fine, ma è un dato di fatto”.
La Lazio ancora non convince a pieno tifosi e addetti ai lavori, eppure è a tre punti dalla vetta e in testa nel girone di Europa League. Come se lo spiega?
“È una squadra che sta facendo il massimo con una rosa dimezzata. Gli mancano i giocatori più importanti, come Biglia e de Vrij. ma si sta comportando bene”.
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