Alvaro Gonzalez ha perso quel posto da intoccabile datogli da Petkovic e Reja. L’uruguaiano era sempre presente nella rosa titolare dei due mister precedenti ma con l’arrivo di Pioli non riesce a trovare spazio. Un cambio netto per la sua carriera la quale gli sta provocando anche del nervosismo che potrebbe influire sul campo in quei pochi minuti che il mister gli concede.
Periodo nero per il numero 15 quindi che sta subendo anche le critiche in patria da parte dei tifosi e dei media.
Qual è la tua valutazione di questo percorso iniziato con l’Uruguay dopo la Coppa del Mondo in Brasile, con l’inserimento di diversi volti nuovi?
“Penso che la cosa importante sia che c’è stato un rinnovamento, parliamo di un processo cominciato diversi anni fa. Tutto ciò è importante per creare un gruppo solido, sono convinto che ce la metteranno tutta”.
Qual è l’obiettivo in vista della preparazione per la Copa America 2015?
“Ci stiamo preparando bene. Siamo i campioni e vogliamo difendere il titolo nel migliore dei modi, anche se sappiamo che sarà molto difficile. Questo primo impegno servirà anche a prepararci in vista delle qualificazioni, che è la prima cosa da conquistare”.
Come vivi il fatto che uno dei giocatori con più presenze in Nazionale sia anche tra i più contestati dalla tifoseria?
“Credo che sul mio conto si sia formata un’opinione sbagliata, che purtroppo è diventata contagiosa. Purtroppo nel calcio non c’è memoria, se un’idea va per la maggiore poi è difficile demolirla. Ma queste critiche mi caricano e mi rendono orgoglioso, soprattutto quando poi la gente mi dice: ‘Sono stato uno di quelli che non ti voleva in Nazionale, mi sbagliavo’. Non ho mai avuto un posto garantito in squadra, voglio conquistarmelo ogni giorno. È molto importante per me che l’allenatore apprezzi il giocatore che sono. Sono desideroso di dimostrare ancora una volta il mio valore”.
Ti senti di ricoprire un ruolo particolare in squadra vista l’età (30 anni, ndr) e l’esperienza che hai?
“Ovviamente gli anni passano e adessono sono uno dei più grandi e più esperti. I giovani devono avere la voglia di farsi strada, devono essere bravi a gestire le pressioni e le difficoltà che si presentano”.
Come va la tua esperienza alla Lazio?
“Non è stato un buon semestre, anche se quest’ultimo periodo è stato positivo. L’infortunio al gemello che ho rimediato in Nazionale mi ha impedito di lottare per una maglia da titolare. Ma il fatto di aver terminato in campo alcune partite, mi permetterà di presentarmi a gennaio in grado di competere per un posto da titolare con regolarità. C’è anche la possibilità che io scelga di andare in un altro club”.
Quindi cosa ti aspetti dal futuro?
“Ho ancora un contratto per due anni con la Lazio e se penso alla possibilità di andare via dall’Italia non la vedo come un’opportunità che possa realizzarsi a breve. Ma nel mio cuore cullo il sogno di poter indossare ancora una volta la maglia del Defensor Sporting (squadra in cui è cresciuto calcisticamente, ndr) e quella del Nacional (altro suo ex club, ndr)”.
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