HERNANES DISFATTALascia Roma, Hernanes. La Lazio deve fare a meno del suo Profeta.Lascia il popolo biancoceleste tra i lucciconi, i suoi e quelli della gente che lo ha sempre amato, da quando tre anni e mezzo fa approdò nella capitale. Pochi giorni dopo il suo addio e il suo arrivo al club di Milano, il brasiliano è intervenuto ai microfoni del programma televisivo Lazialità.Esprime ancora tanta gratitudine, il Profeta, e spiega ancora una volta, con tanta serenità, la sua decisione di lasciare la prima squadra della capitale, scegliendo una nuova rotta. Per provare ad avvistare nel proprio orizzonte nuovi obiettivi di crescita, nuove aspirazioni. Voglio ringraziare tutti, ho ricevuto tanto affetto dai tifosi, sono rimasto colpito. Ringrazio per tutto quello che ho vissuto a Roma e  ringrazio la società che mi ha sempre trattato con dignità. Sono stati degli anni in cui sono stato benissimo. Il derby di Coppa Italia è stato il momento più bello, abbiamo vinto quella finale facendo la storia. Ho a casa quella medaglia che mi ricorderà sempre della mia vittoria”

E poi la decisione di partire: vuole fare grandi cose, Hernanes, in questa Lazio dalle prospettive labili è tutto più difficile: “Continuavo a stare bene a Roma, però dentro di me volevo crescere ancora, aspettavo un’opportunità del genere. Tutte le proposte che erano arrivate in questi tempi non erano mai concrete come quella dell’Inter. Quando mi è arrivata una reale offerta, la possibilità di fare qualcosa di ancora più grande, quando i nerazzurri mi sono venuti a cercare, ho preso la mia decisione. Dopo tre anni e mezzo alla Lazio ho capito che non sarebbe stato più possibile ambire a grandi obiettivi. La proposta dell’Inter, che ha una prospettiva forse più elevata, mi ha convinto. Non è questione di soldi, ma dei risultati che posso perseguire. Lotito mi ha fatto grandi proposte economiche per trattenermi a Roma, ma ormai avevo deciso”. 

Arrivato alla Lazio trovando Reja, che fortissimamente lo volle, chiude la sua avventura con l’aquila sul petto dopo il ritorno del goriziano sulla panchina biancoceleste: Con Il primo Reja avevamo cominciato bene, ma poi non capivo perché a volte mi lasciava fuori, questo mi dispiaceva. E’ normale, ogni giocatore si cruccia se viene escluso dal campo. Con Petkovic abbiamo iniziato alla grande con il girone d’andata, quest’anno invece è cambiato qualcosa perché anche la squadra non convinceva, e lui era costretto a trovare altre soluzioni. Finiva che anche lui a volte mi lasciava fuori dal campo. E anche qui mi dispiacevo molto, forse devo cambiare in questo, ma ci rimango sempre male quando non vengo schierato in campo. Il ritorno di Reja è stato qualcosa di incredibile, ci siamo trovati benissimo, tant’è che la squadra ha ricominciato a giocare con più motivazione, io stesso sono tornato al gol.Il mio ruolo? Non è il ruolo ad essere determinante, ma la mia condizione atletica, anche se preferisco giocare più arretrato”

Una Lazio che, lo dimostrano anche i rifiuti di cui ha parlato Reja, non è un punto di arrivo per i giocatori, più un punto da cui partire: “Quando sono arrivato alla Lazio pensavo di fare cose importanti, l’ho detto e lo ribadisco. Pensavo di vincere lo scudetto, giocare in Champions League, avevo questi sogni. Però non li ho raggiunti. Penso che se in un futuro prossimo la Lazio riuscirà ad essere più attrezzata, a competere per scudetto e Champions, diverrà un punto d’arrivo per la carriera di un giocatore”. 

Stando a quanto racconta Hernanes, il rapporto con la dirigenza biancoceleste non si è mai incrinato: “Lotito nei miei confronti è sempre stato corretto, quello che ha promesso ha sempre mantenuto. Ha le sue strategie, con le quali vuole portare la Lazio in alto e non voglio entrare in merito a riguardo, ma è sempre stato corretto”.

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