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I prevedibili FATTORI IMPONDERABILI
IMPONDERABILE: “Dicesi di qualcosa che apparentemente è senza importanza e perciò sfugge all’attenzione, mentre può rivelarsi determinante. Esempio: la battaglia è stata decisa da fattori imponderabili”.
Quante volte in questi anni abbiamo sentito Claudio Lotito usare questo aggettivo, giustificare con il termineIMPONDERABILE una sconfitta, il fallimento di un obiettivo, oppure una serie di avvenimenti all’apparenza sfortunati e IMPREVEDIBILI, ma che nella realtà, come recita il vocabolario della lingua italiana, non sono affatto figli della malasorte o come si dice a Roma della “sfiga”, ma il risultato o meglio l’effetto della sottovalutazione da parte di chi decide di un problema che è sotto gli occhi di tutti ma che per convenienza si fa finta di non vedere o si sottovaluta, perché tanto in un ambiente che oramai accetta supinamente qualsiasi cosa, c’è sempre la possibilità di usare il termine IMPONDERABILE per giustificare anche l’ingiustificabile. Succede da talmente tanti anni, che oramai non ci facciamo neanche più caso, perché ci siamo abituati a tutto, soprattutto a vedere la squadra falcidiata da infortuni in serie nel momento in cui il calendario comincia a obbligare la Lazio a giocare ogni tre giorni. E quando succede, arriva la moria di “soldati” e si parla immediatamente di “sfiga” o di fattori IMPONDERABILI, anche se a cadere sul campo sono praticamente sempre gli stessi, anche se neanche i bookmaker di manica larga quotano più gli infortuni di alcuni giocatori della Lazio, perché chi gestisce le scommesse difficilmente sottovaluta qualcosa che può risultare determinante anche se all’apparenza (ma solo per qualcuno) è senza importanza.
Possono rientrare nei fattori IMPONDERABILI gli infortuni di Konko, uno che ha il fisico di un lanciatore di coriandoli e che ha alle spalle una carriera con una cartella clinica lunga come il viadotto di Corso Francia? Possono rientrare nei fattori IMPONDERABILI gli acciacchi di uno come Biava che ha 36 anni suonati e 540 battaglie da professionista sulle spalle e soprattutto nelle gambe? Possono essere definite IMPONDERABILI le ricadute di Radu per un problema al ginocchio che si trascina da anni e che non è mai stato risolto del tutto nonostante tre operazioni? Possono essere ancora inseriti nei fattori IMPONDERABILI gli stop di Miro Klose che da quando è arrivato è stato ogni anno almeno 2 o 3 mesi fuori per problemi muscolari e che viaggiando verso i 36 anni non può non risentire dei tanti colpi incassati in 16 anni di carriera vissuti sul fronte a combattere a volte da solo contro le difese avversarie? La risposta, se si ha un minimo di onestà intellettuale e conoscenza della materia, è NO. Eppure, sentendo in giro c’è ancora qualcuno che si stupisce dell’ennesima emergenza. C’è qualcuno che davanti ai bollettini medici in cui si conferma l’assenza per settimane o mesi di Biava e Radu, oppure davanti all’ennesimo stop di Konko e Klose parla di destino avverso e chi più romanamente parlando se la prende con la “sfiga”. Mentre Lotito rispolvera i FATTORI IMPONDERABILI.
Insomma, non è colpa di nessuno se siamo costretti a giocare con Pereirinha terzino sinistro improvvisato quando il ragazzo (e non per colpa sua, sia chiaro) ha mostrato difficoltà evidenti lo scorso anno a ricoprire anche il ruolo di laterale difensivo a destra. Insomma, è colpa dei fattoriIMPONDERABILI e non dell’imperizia di chi costruisce la squadra se siamo decimati. Insomma, non è stato sottovalutato il problema di avere in ruoli determinanti giocatori che hanno abbondantemente superato la trentina e che sono palesemente fragili e quindi a rischio se sono costretti a giocare ogni tre giorni o a scendere in campo anche quando non sono al meglio per assenza di alternative all’altezza della situazione. No, a quanto pare questo è un film che ci facciamo solo noi. O almeno quelli di noi (tifosi o addetti ai lavori) che usano gli occhi per vedere e la testa per ragionare.
Non credevano all’esistenza dei FATTORI IMPONDERABILI, ad esempio, quelli che invocavano già da giugno l’acquisto di un centrale difensivo giovane e integro fisicamente; oppure quelli che consideravano fondamentale e quindi prioritario l’ingaggio di un vice-Klose, piuttosto che l’acquisto di “future promesse” come Felipe Anderson o Perea, ragazzi buoni nella migliore delle ipotesi per la prossima stagione, ma che catapultati in un altro mondo non possono fare (e non si può pretendere che la facciano) la differenza già oggi, sostituendo degnamente Klose che si è fermato dopo il derby, che ha saltato il Catania e salterà la sfida con il Sassuolo, ma che forse rientrerà solo dopo la sosta. A meno di ulteriori ricadute. E tra la Lazio con Klose in campo e quella senza Klose, la differenza c’è e, purtroppo per noi, l’abbiamo vista bene in questi anni. E sappiamo altrettanto bene quanto ci è costato non avere in organico un sostituto all’altezza. Ma anche se tutti lo sapevano, si è fatto finta di niente e ora per giustificare il mancato acquisto di Yilmaz, dopo aver scaricato le colpe del fallimento della trattativa sul suo agente, si dipinge il giocatore come un poco di buono, uno che non può stare nella Lazio, un novello Zarate. La domanda è: ma se si pensavo questo di Yilmaz, perché lo si è trattato? Possibile che Yilmaz sia diventato un piantagrane solo dopo il mancato arrivo? Ma come, una società che si vanta di avere tre parametri ferrei nella scelta dei giocatori, non si informa prima su chi si vuole mettere dentro casa? Oppure si tratta anche in questo caso di un remake della celebre fiaba di Esopo della volpe e dell’uva? Forse saremo prevenuti, non scevri e poco moralizzati, ma l’impressione è che la storia dell’Yilmaz piantagrane sia da mettere sullo stesso piano dei FATTORI IMPONDERABILI sbandierati regolarmente per giustificare l’infermeria perennemente affollata (e sempre degli stessi pazienti…) e il fallimento degli obiettivi prefissati.
Il dramma, è che già da ora sappiamo quali potrebbero essere i prossimi a cadere sul fronte, quelli che per emergenza e assenza di alternative sono costretti a giocare ogni tre giorni senza mai poter tirare il fiato. Lulic in testa. Ma perché sapendo che il ginocchio di Radu non è affidabile non è stato preso un laterale sinistro vero invece di ingaggiare un Vinicius a cui neanche il Cruzeiro aveva deciso di rinnovare il contratto perché lo considerava fisicamente fragile? Domande destinate, a restare, come tante altre, senza risposta, relegate al massimo nel grande calderone dei FATTORIIMPONDERABILI usati da anni per giustificare tutto. Soprattutto i fallimenti di chi poteva fare e non ha fatto. E non per svista o per sottovalutazione del problema, ma per una scelta ben precisa…
STEFANO GRECO
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