Dopo la presentazione di Stefan De Vrij, tocca a Marco Parolo
“La Lazio mi cercava da tempo. Darò il massimo sia in allenamento che in partita. Sono arrivato tardi in Serie A ma ho imparato tanto, ho una base, impegno e voglia di lottare. Se abbiamo un gruppo forte possiamo far bene e toglierci soddisfazioni”
Cosa ti ha portato a dire si alla Lazio?
“Il progetto, la voglia di riscatto. Ho centrato l’anno scorso l’Europa col Parma e ora voglio farlo con la Lazio. Questa è una squadra che vuole tornare a vincere, con ambizioni, che sono anche le mie. Voglio vincere qualcosa. Darò tutto quello che ho affinchè ciò avvenga”.
La tua voglia di Europa coincide con quella della Lazio…
“Voglio giocare contro squadre europee… bisogna conquistarla, non sarà facile, visto che c’è tanta concorrenza”.
Ti spaventa la contestazione?
“No, perchè se noi facciamo risultato la gente tornerà allo stadio. Il nostro obiettivo deve essere quello. Dobbiamo lottare su ogni pallone. Se abbiamo queste basi, la gente tornerà allo stadio a tifare la Lazio. E’ una società che ha storia e l’Olimpico è un grande stadio, sarà un piacere riportare i tifosi allo stadio”.
Cosa manca alla Lazio per fare il salto?
“Ci sono giocatori nuovi, altri che devo conoscere. Se i nuovi portano qualcosa al gruppo che già c’è si può svoltare. E’ presto per chiedermi cosa manca. Sicuramente manca qualcosa, ma come è dappertutto, difficile trovare la perfezione. Ma è un percorso affascinante che dobbiamo affrontare con entusiasmo”
Hai visto l’ambiente, che impressione hai avuto?
“Formello è bellissimo, la città è strepitosa, spero di poterla girare tutta. Il mister è molto carico ha l’entusiasmo che ho io e tutti gli altri”.
Come vivi l’attesa del derby?
“Sono partite che ti caricano d’adrenalina, l’ho sempre visto da fuori e mi ha sempre affascinato. Ho tanta voglia di giocarlo, l’abbiamo già segnato sul calendario”
Hai esordito in A all’Olimpico…
“E’ stata un’emozione grandissima. Spero diventi uno stadio dove posso lasciare il segno”
Albertini ti ha preso ad esempio sulla questione degli stranieri… che ne pensi?
“Penso che ognuno debba fare il suo percorso. I talenti puri esordiscono presto, ma il giovane di oggi deve avere anche umiltà, stare in panchina, osservare i più grandi. Ho fatto tutte le categorie, ho imparato tante cose, soprattutto quali sono le basi. La costanza, la voglia di stare in campo, divertirsi. Forse potevo arrivare prima in A ma sono contento del mio percorso”.
La prima sarà proprio col Cesena. In passato sei stato vicino alla Lazio?
“Ci fu un pour-parler, ma ero ancora un giovane appena arrivato in A. Spero sia un amore duraturo, quella partita fu una bella sensazione. Spero di farmi perdonare facendo gol già col Cesena”.
Ti senti di fare una promessa dal punto di vista dei gol?
“Io credo che uno come me debba fare almeno 5-6 gol per dire di aver fatto bene. L’anno scorso ne ho fatti 8. Io provo sempre a inserirmi, a calciare. Se riesco a sfruttarle posso dare il mio contributo”.
Concorrenza a centrocampo: sei preoccupato?
“No, ho fatto tanta strada. Ho acquisito sicurezza, forza, so quello che valgo. La concorrenza dà al mister la possibilità di sceglierere. Uno deve spremersi fino alla fine, e il cambio è un bene per la squadra”.
LAZIONEWS24
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