inter lazio

La Lazio si aggiudica l’ennesimo trofeo in pochi anni portando a casa una Supercoppa Italia vinta contro i campioni d’Italia.

Una prestazione biancoceleste in campionato che ha fatto nominare una parola mai detta nell’era Lotito a molti tifosi e giornali: Lo scudetto.

Un obiettivo comunque molto lontano quanto vicino se vogliamo parlare di risultati fino ad ora ma che può portare troppo entusiasmo troppo in anticipo. E lo sa benissimo Igli Tare che è intervenuto ai microfoni di Radio Olympia:

Per noi i festeggiamenti durano fino alla sera della partita. Poi ci sono le vacanze meritate, quando si rientra il 30 servirà grande concentrazione per l’altra metà della stagione che rimane. Perché ci saranno ancora tante battaglie e dobbiamo essere.

EQUILIBRIO – “Troppo facile parlare adesso. Chi ha seguito la squadra in estate ha capito che si era creato qualcosa di molto positivo. Serviva la conferma sul campo. All’inizio si vedeva il gioco ma non i risultati. Dopo la partita con l’Atalanta qualcosa è cambiato e da lì siamo partiti. Ma come ho sempre detto, a Roma si passa facilmente dalle stelle alle stalle. Sarei bugiardo a dire che i complimenti non fanno piacere, ma a me piace che le cose si facciano con tranquillità e serenità. Chi vuole bene a questa squadra non deve volare troppo in alto, ma deve tenere i piedi ben attaccati a terra, con grande umiltà. Il calcio è uno sport in cui le opinioni possono cambiare ogni tre giorni, perciò finché si vince va bene, però quando ci sarà la prossima sconfitta dovremo essere bravi a difendere quanto fatto. Solo così si può crescere”.

L’ANNO PIÙ BELLO – “Dentro di me sono ancora giocatore, questo non è mai sparito. È fondamentale anche nei momenti di gioia essere presenti e festeggiare con il gruppo. Nella vita si può sempre fare meglio, così si trovano le motivazioni e le energie per centrare gli obiettivi. Se uno si siede, come successo nel 2013 dopo la vittoria in Coppa Italia, quando i festeggiamenti andarono avanti per 3-4 mesi, ne ha risente anche la squadra. Così si rischia di fare un passo in avanti e tre passi indietro. Roma non è stata costruita in un giorno, così come il percorso di questa squadra”. 

CHIAMATA ALLE ARMI – “Per arrivare dove vogliamo, dobbiamo fare un passo in avanti tutti. Non parlo solo della squadra, ma anche dell’ambiente, perché i ragazzi hanno bisogno del sostegno del pubblico. Siamo ancora molto lontani da quello che merita questo gruppo. È un percorso molto lungo. Noi dobbiamo cercare di fare sempre il meglio, di onorare la maglia e dominare le partite, e piano piano la gente deve capire e tornare a essere presenti. A me piacciono molto i modelli inglese e tedesco, a qualsiasi ora si giochi lo stadio è sempre pieno, anche contro squadre di terza categoria. Magari da noi non si arriverà a questo livello, ma ricordo partite come quella contro il Salisburgo, all’andata, che abbiamo vinto 4-2 dove c’erano 45mila persone, ricordo i calciatori che rientrando nello spogliatoio dicevano che quella fosse l’atmosfera giusta, che li faceva sentire importanti. Dobbiamo migliorare perché c’è tanto margine: ci saranno molte battaglie da affrontare”.

GLOBE SOCCER AWARDS – “Per me è un onore prima di tutto rappresentare la Lazio. Usciamo da un periodo buio, adesso si vede la luce. Questa è una cosa molto bella. Il resto è il lavoro che ti premia, il tempo sarà galantuomo. Ci sono scelte fatte bene, come scelte fatte meno bene. L’importante è farle con entusiasmo e con amore verso il proprio mestiere. Fino a quando saranno fatte così, ci sarà modo di migliorare. Auguro a tutti i tifosi della Lazio tanta salute e di vedere lo stadio gioire come l’ho visto nell’ultimo periodo. Quando vedrò lo stadio arrivare a quei livelli allora sarà la mia più grande soddisfazione”.



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