Continua il viaggio nel centoquindicesimo anno di storia della Lazio. Dopo un agosto terribile con la cocente eliminazione dalla Champions League per mano dei tedeschi del Bayer Leverkusen e il poker subito al Bentegodi di Verona dal Chievo (con in mezzo la vittoria casalinga per 2 a 0 contro il Bologna) la formazione di Pioli si rituffa nel campionato con una freccia in più nel suo arco: l’attaccante Alessandro Matri, arrivato nelle ultime ore di mercato alla corte del tecnico emiliano. Il centravanti di Sant’Angelo Lodigiano si presenta nella Capitale con un ottimo pedigree: molte reti segnate e l’onore di aver indossato maglie pesanti nel corso della sua carriera. Il “Mitra” esordisce il 13 settembre all’Olimpico contro l’Udinese nel terzo turno di Serie A e la sua prima non passa di certo inosservata. Subentrato al 55′ ad uno spento Candreva, l’ex Juventus e Milan firma una doppietta nel giro di 9 minuti regalando i tre punti ai biancocelesti. Il cronometro segna il 64′ quando su uno spunto sulla sinistra di Felipe Anderson, Matri si fa trovare pronto e sul primo palo è lesto a battere il portiere avversario Karnezis. Al 73′ lo stesso bomber con la maglia numero 17 approfitta di un disimpegno errato della difesa avversaria e da pochi passi chiude i conti con la seconda rete personale. Bella vittoria per la formazione biancoceleste che riesce a portare a casa un match complicato, riscattando in parte la figuraccia di Verona e tornando a muovere la classifica, che ora segna 6 punti. La squadra vola in Ucraina, esattamente a Dnipropetrovsk, per il primo match di Europa League. Di fronte il Dnipro, finalista nell’ultima edizione della competizione europea meno nobile. In una Dnipro-Arena vuota per la squalifica della Uefa, arrivata a causa dell’esultanza nella semifinale dello scorso anno contro il Napoli a fine partita, è la Lazio a condurre il gioco con personalità fin dalle prime battute del match. Dopo svariati tentativi, i biancocelesti passano addirittura in vantaggio al 34′ con un colpo di testa di Milinkovic-Savic sugli sviluppi di un calcio di punizione da 35 metri calciato con estrema precisione da Ricardo Kishna. L’undici laziale continua ad attaccare anche nella ripresa, andando più volte a pochi centimetri dal raddoppio. Gli ospiti non riescono a realizzare la rete della tranquillità e puntuale arriva la beffa: con il recupero già scaduto da 20 secondi, la difesa capitolina si fa trovare impreparata, con Zeleznyov che ne approfitta e con un colpo di testa batte Marchetti. Il primo incontro del girone di Europa League termina sul risultato di 1 a 1.
Rientrata nel Belpaese, il 20 settembre la Lazio si prepara ad affrontare il Napoli in un San Paolo ancora scottato dalla delusione del match dello scorso 31 maggio, giorno in cui la Banda Pioli espugnò la città partenopea regalandosi il pass per il terzo turno preliminare di Champions League. L’obiettivo dei biancocelesti è quello di interrompere il trend negativo lontano dall’Olimpico che ha visto in questa stagione la Lazio perdere sempre. La serata napoletana in realtà si rivela un vero e proprio disastro: i partenopei rifilano un pokerissimo che non lascia spazio a repliche. Una prova orribile di tutta la squadra che senza i suoi leader Biglia e De Vrij soffre fin dal primo minuto la manovra avversaria: Hoedt e Mauricio le combinano di tutti i colori, con Radu e Onazi che ci mettono del loro con una serata da cancellare nell’album dei ricordi. Higuain porta in vantaggio i suoi dopo appena 14 minuti, mentre Allan, Insigne e Gabbiadini concludono l’opera insieme alla doppietta del Pipita che riscatta così, seppur in minima parte, l’errore dal dischetto dello scorso anno che costò caro ai suoi. L’unico a salvarsi da questa disfatta è nuovamente Matri, autore di una partita sufficiente. La Lazio ha l’occasione di riscattarsi già tre giorni dopo nel turno infrasettimanale: all’Olimpico arriva il Genoa di Gasperini, bestia nera della formazione capitolina con 8 vittorie consecutive sui biancocelesti tra il Marassi e Roma. Gli uomini di Pioli riescono però a fermare la tradizione negativa superando i rossoblù con il risultato di 2 a 0. I biancocelesti vanno in rete una volta per tempo: nella prima frazione è Djordjevic a farsi trovare pronto sul secondo palo e firmare la rete del vantaggio con un colpo di testa sull’assist da sinistra di Lulic mentre nella ripresa Felipe Anderson sfrutta una respinta corta della difesa avversaria e dai 20 metri lascia partire un destro a giro che termina la sua corsa nell’incrocio dei pali alla sinistra di Perin. Continua dunque lo stato di grazia della formazione biancoceleste allo Stadio Olimpico, in cui è capace solamente di vincere e appare davvero insuperabile. 4 giorni più tardi, esattamente il 27 settembre, arriva anche la prima vittoria in trasferta. La Lazio torna al Bentegodi, dove trova l’Hellas Verona. Come d’abitudine in trasferta per i biancocelesti, il match non parte bene con gli scaligeri che passano in vantaggio al 33′. Helander si fa trovare pronto al limite dell’area piccola e al termine di un’azione confusa sugli sviluppi di un calcio di punizione appoggia in rete il vantaggio dei padroni di casa. La Lazio però riesce a reagire e nella ripresa rimonta. Al 63′ Biglia trasforma un calcio di rigore procurato da un’accelerazione di Keita, subentrato nella ripresa e ancora una volta determinante quando parte dalla panchina, mentre dopo l’espulsione di Mauricio all’81’ per un intervento scellerato e la conseguente seconda ammonizione, a due minuti dal termine arriva il gol-vittoria firmato da Marco Parolo. Il centrocampista ex Cesena e Parma calcia molto bene una punzione dal limite, con il pallone che passa sotto la barriera e termina la sua corsa nell’angolino alla destra di un incolpevole Rafael. La Lazio conquista così la terza vittoria consecutiva, la prima lontano dalle mura amiche, alla quale ne seguono altre due nel giro di 3 giorni. La prima arriva in casa nel secondo turno di Europa League il 1 ottobre contro il Saint-Etienne, mentre il 4 ottobre è il Frosinone a cadere all’Olimpico nel posticipo delle ore 18. L’incontro europeo parte male con il vantaggio dei transalpini dopo appena 6 minuti di Sall. I biancocelesti riescono ancora una volta a rimontare e chiudono il primo tempo sull’1 a 1 grazie al destro dal limite dell’area di rigore di Eddy Onazi. Nella ripresa, forte della superiorità numerica grazie all’espulsione di Beric per una gomitata, la Lazio conclude l’operazione sorpasso con le reti di Wesley Hoedt e Lucas Biglia, prima del finale da brividi con il pallonetto di Monnet-Paquet all’84’ che tiene sulle spine fino all’ulitmo istante del match il popolo biancoceleste. La Lazio sale a quota 4 nel girone, volando al primo posto insieme al Dnipro. Come dicevamo 3 giorni più tardi arriva nella Capitale il Frosinone di Roberto Stellone. La partita si dimostra fin dalle prime battute complicata per la Lazio a causa di un atteggiamento degli ospiti molto difensivo con ripartenze veloce. Ma a sbloccare il match ci pensa ancora una volta Keita Balde Diao. Al minuto 80 l’ispano-senegalese, entrato nella ripresa al posto di Kishna, dopo uno scambio corto al limite dell’area con Filip Djordjevic, lascia partire un destro che batte il portiere avversario. Il gol della liberazione per i biancocelesti, che in pieno recupero raddoppiano con lo stesso attaccante serbo. Djordjevic intercetta una conclusione in area di rigore e con il sinistro sigla il definitivo 2 a 0. La formazione di Pioli arriva alla sosta per lasciar spazio alla Nazionale in ottima forma con all’attivo 4 vittorie consecutive tra Europa League e campionato.
Dopo due settimane di stop, il 18 ottobre si torna in campo per l’ottavo turno di Serie A. La Lazio è di scena al Mapei Stadium di Reggio Emilia dove affronta i padroni di casa del Sassuolo. Nonostante la vittoria di Verona il trend negativo in trasferta si palesa ancora una volta con la formazione biancoceleste che non riesce ancora una volta a conquistare un risultato positivo lontano dall’Olimpico. Berardi porta i suoi in vantaggio dopo appena 7 minuti trasformando un calcio di rigore generosamente concesso dall’arbitro Guida in seguito ad una simulazione di Paolo Cannavaro, mentre al 60′ Missiroli chiude i conti con un sinistro da pochi passi dalla porta difesa da Marchetti. Non serve a nulla la rete di Felipe Anderson al 67′ che prova a riaprire l’incontro. La Lazio subisce la 4 sconfitta in 5 partite in trasferta in questo campionato. Il ciclo di partite consecutive continua con altri 3 partite in appena 6 giorni. Il 22 ottobre i biancocelesti ospitano il Rosenborg, da poco laureatosi campione di Norvegia. Il divario tecnico tra le due compagini è enorme e il campo evidenzia proprio questo fattore: infatti nonostante l’inferiorità numerica causata dall’espulsione di Mauricio al 6′ del primo tempo, la Lazio riesce a portare a casa il match grazie alla rete di Matri nel primo tempo e quelle di Felipe Anderson e Candreva nella ripresa. Il trequartista di Tor de’ Cenci ribadisce in rete un calcio di rigore neutralizzato dal portiere avversario Hansen, chiudendo il match dopo la rete del momentaneo 1-2 siglata dal centravanti scandinavo Soderlund. Nel finale c’è gloria anche per il portiere di coppa, Erit Berisha, che nell’ultima azione dell’incontro neutralizza un calcio di rigore proprio dell’attaccante norvegese, a cui viene negata la doppietta. Sulla strada dei biancocelesti arriva il Torino, che il 25 ottobre deve soccombere alla “Legge dell’Olimpico”. La Lazio schianta 3 a 0 la formazione granata, che non può nulla davanti alle prodezze di Lulic e Felipe Anderson, autore di una splendida doppietta. I biancocelesti salgono a 18 punti e si preparano all’ennesimo esame di maturità lontano da Roma. Il 28 ottobre c’è la difficilissima trasferta di Bergamo contro l’Atalanta delle meraviglie guidata dall’ex Eddy Reja. La Lazio parte ancora una volta bene portandosi in vantaggio al 17′ con uno straordinario calcio di punizione di Lucas Biglia. Il Principito disegna una parabola perfetta che passa sopra la barriera prima di scendere ed insaccarsi alle spalle dell’incolpevole Sportiello. Ma al 69′ accade l’episodio che segna il declino degli uomini di Pioli: su un tiro-cross di Alejandro Gomez, Basta devia il pallone nella propria porta, per il momentaneo 1 a 1. Più tardi arriva il gol del sorpasso orobico con lo stesso Papu, che regala un’altra vittoria ai suoi. La sconfitta di Bergamo segna la fine del mese di ottobre, ma nel contempo l’inizio del periodo di grande crisi in campionato, come vedremo nell’ultimo bimestre Novembre-Dicembre.
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