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Da quando il pallone ha cominciato a rotolare sui campi di calcio, questo sport è sempre stato accostato esclusivamente agli uomini. Ognuno di noi ha una donna nella vita o l’avrà. Ognuno di noi ha sempre sognato di poter andare con suo figlio allo stadio tramandando la passione di generazione in generazione. Ma scommettiamo che voi laziali o appassionati di calcio, avete sempre sognato che la vostra compagna\moglie abbia la vostra sessa fede calcistica.

In passato (recente), un comunicato della Nord, apparso sugli spalti per poi messo alla gogna mediatica da qualcuno, ha suscitato delle polemiche su come venissero gestite le tifoserie calde. Una vicenda che ha fatto tanto clamore ma che poi la nostra intervistata ci spiegherà cosa sia successo realmente e cosa abbia provato.

Un’altra vicenda è stata la finale della Supercoppa Italia giocata in un paese dove le donne vivono ancora senza diritti e che da poco possono accedere agli eventi sportivi, in settori dedicati come se non abbiano gli stessi diritti ( anzi, stando alle leggi orientali, Non hanno gli stessi diritti dell’uomo).

Quest’oggi la nostra redazione ha raggiunto una tifosa che non manca mai un match in Curva ed in trasferta. Una passione che rompe gli schemi del “il calcio è roba da uomini”.

Partiamo dalla nascita di questa passione per la Lazio ed il pallone. Come ebbe inizio il tutto?

Sin da piccola a casa sono cresciuta a pane e calcio, mio padre non mi hai mai indirizzata ad una fede calcistica precisa, ma mi ha fatto innamorare di questo sport. Ci hanno pensato poi gli anni di Cragnotti a farmi innamorare della Lazio, grazie a qualche amico sono andata qualche volta allo stadio e li è stato colpo di fulmine. Non l’ho più lasciata.

Molte donne dicono che il calcio è solo un pallino degli uomini, come la famosa canzone di Rita Pavone la quale narrava di un marito che va a vedere la partita di pallone mettendo in dubbio la fedeltà. Cosa ne pensi ?

Diciamo che il calcio è uno sport prettamente maschile, è raro incontrare donne che abbiano realmente questa passione e che non lo facciano per ‘visibilità’.

Ti consideri un ultras o una tifosa? Ma sopratutto per far capire a chi ci legge, cosa distingue l’ultras dal semplice tifoso che poi si divide in “occasionale”, da “divano” “social” etc?

Assolutamente una tifosa. Essere ultras è altra cosa. Piuttosto che una distinzione tra ultras e tifosi (occasionali o da divano) va fatta una distinzione tra ultras, tifosi e simpatizzanti. Il movimento ultras è un movimento storico che ha valori saldi ed è ben lontano dalla semplice concezione della presenza costante. È un mondo esclusivo, per pochi. Per tanti motivi.
Io sono una tifosa della Lazio, da tifosa non potrei mai immaginare di poter guardare la mia squadra da spettatore e non da protagonista. Esserci è il mio contribuito, è quello che posso fare per portarla alla vittoria. Come nell’amore, allo stesso modo nell’ambito calcistico, chi (quando può ovviamente) preferisce guardare da lontano, è simpatizzante non tifoso.

Segui quasi sempre la Lazio e spesso vai in trasferta. La partita che ti è rimasta impressa in casa e quella in trasferta?

Dati i miei 27 anni la partita più bella in casa è stata senza dubbio il 26 maggio 2013. La trasferta probabilmente la prossima che verrà.

Pochi mesi fa è apparso un comunicato dove le donne non potevano occupare le prime 10 file ( sappiamo tutti che non è maschilismo ma posti riservati agli Irriducibili), creando scompiglio ed indignazione, alimentando la voglia dei giornalisti di dar contro alla Nord. Cosa ne pensi e cosa hai provato a leggere certe testate che in qualche modo davano contro al tifo biancoceleste?

Il comunicato ribadisce un concetto che in curva è chiaro da sempre. Le prime file sono occupate dalla parte ‘calda del tifo’ per una serie di motivi. Il problema sta quando un comunicato che deve riguardare ‘pochi’ diventa di dominio pubblico e fa parlare chi non conosce l’ambiente e le dinamiche. Tutto è relativo e personale. Le prime file sono per pochi e non è una questione di sesso. Ma di mentalità e di propensione al ‘sacrificio’.

Dopo il comunicato della Nord c’è stata indignazione da parte di tutti mentre in Supercoppa, giocata in un paese che vieta lo sport alle donne, non è stata una gogna mediatica. Due pesi e due misure?

Viviamo da sempre in una città ed un paese dove la stampa utilizza due pesi e due misure. Non mi interessa neanche scendere nel dettaglio della situazione donne in Arabia Saudita, piuttosto mi fa incazzare pensare che un trofeo italiano venga giocato in una nazione straniera al solo scopo di lucro.

Società ed inzaghi , molte indignazioni e molte proteste. Cosa terresti e cosa (o chi) cambieresti?

Non ho le competenze adeguate per poter giudicare. Terrei tutta la vita Inzaghi, per la sua lazialità, la sua cattiveria. Per me è fuori discussione, sempre.

Il giocatore che ti ha lasciato il segno che rivorresti o (in caso giocasse ancora) terresti a vita ?

Sandro Nesta. A lui devo l’amore per la Lazio. Devo tutto.

Il coro più bello che canti?

Lo sai dicono che l’amor per te mi fa teppista, farò in modo che la faccia mia non sia più vista. Andrò dove il mio cuor mi porterà, senza paura. Farò quel che potrò per la mia Lazio.
Tra i tanti bellissimi, senza dubbio il mio preferito.

Lancia uno sfottó ai cugini

Io non ho cugini.



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