Al termine della partita tra Lazio-Benevento valido per la Primavera 2, è intervenuto il nuovo ds Angelo Fabiani ai microfoni della Lazio
È un momento no per la squadra?
“In realtà quest’anno non c’è stato mai un momento sì, è evidente che manchi quella mentalità vincente che va costruita nel tempo. Affinché ciò avvenga, occorrono dei mesi, anche anni. La maglia della Lazio dovrebbe essere un privilegio per pochi e non per tutti, giocare in un club glorioso come quello biancoceleste deve portare chiunque a dare il massimo, superando anche sè stessi e questo non mi sembra stia accadendo”.
La decisione di traslocare la Primavera a Campagnano era un campanello d’allarme?
“Parlo a titolo personale, ritengo che dopo 30 anni vissuti nel calcio, i privilegi vanno conquistati, per cui, ad oggi, non meritano di varcare i cancelli di Formello, il tempo ci dirà se questi ragazzi in futuro saranno degni o meno. Oggi, per quanto mi riguarda, la sensazione è del tutto negativa.
La percezione che abbiamo avuto è che alcuni ragazzi si sentano già arrivati o che qualcuno gliel’abbia fatto credere. In tal caso si sbagliano di grosso. Sono tutti convinti di essere Immobile, Milinkovic o Romagnoli, ma non hanno compreso che per arrivare a quei livelli, devono vivere almeno 2 volte, e non è detto che ci riescano. Manca umiltà, dedizione e spirito di sacrificio. Ad oggi posso dire che nessuno ha queste prospettive”.
Dove andare ad incidere?
“Ci sono evidenti problemi tecnici, strutturali e mentali. Cambiare, stravolgere, non è semplice. Del resto è stato fin troppo chiaro dalle prime battute di campionato. Oggi c’erano due volti nuovi in campo rispetto alle passate stagioni. E in tutta franchezza, mi sono sembrati all’altezza della situazione.
Posso citare ad esempio il giovane Jurczak, il quale si è inserito da poco nel gruppo, ma è risultato tra i migliori in campo. Ripeto, nulla di nuovo sotto il sole, ora bisogna solo lavorare a testa bassa e recuperare il terreno perduto, occorre pazienza. Per sovvertire questi elementi ci vuole del tempo”.
Eppure gli scontri diretti in campionato hanno mostrato che la Lazio non è inferiore ai suoi competitors.
“Assolutamente sì, ma le sconfitte contro Virtus Entella e Benevento hanno evidenziato una differenza sotto il piano del temperamento, della voglia, della fame che può incidere sui risultati. Gli avversari hanno mostrato coesione, determinazione, noi no.
L’umiltà è alla base di tutto, il sottoscritto, il Direttore Enrico Lotito, il mio collaboratore Alberto Bianchi, fin dal primo giorno del nostro incarico, ci siamo calati in questa nuova realtà con infinita passione e umiltà. Mentre ti parlo siamo in viaggio verso Genova per seguire la Lazio Women”.
Anche in questo settore ci sono stati dei cambiamenti.
“Il discorso qui cambia radicalmente. Abbiamo deciso di rigenerare lo spogliatoio con 12 elementi nuovi che stanno contribuendo in modo positivo al buon avvio in campionato. Mi auguro che possano continuare così”.
Il tempo in Primavera invece è galantuomo?
“Si, e conosco solo un vocabolo adatto al momento: lavoro, lavoro, lavoro. Oggi è tempo di chiedere scusa a tutti e a tutti chiedo pazienza: dateci il tempo di costruire una mentalità vincente!”.
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