Da quando la Uefa ha istituito l’ormai noto Fair play finanziario (dal 2009, ma con effetti a partire dal 2011) sono molte le società ad aver dovuto rinunciare per un periodo di tempo di almeno una stagione calcistica alle competizioni europee, nonostante la loro posizione in classifica soddisfacesse i parametri stabiliti. Probabilmente dopo la faraonica campagna acquisti del Real Madrid nell’estate del 2009, che portò in terra iberica giocatori del calibro di Cristiano Ronaldo e Kakà, qualcuno si accorse che in un campionato di 18-20 squadre non potevano esserci disparità economiche così enormi tra le prime e le ultime della classe. Perciò si procedette con l’istituzione di questi nuovi parametri economici da rispettare per evitare multe salatissime e rischiare di saltare le competizioni europee. In primis il pareggio di bilancio, che non permette alle società di spendere più di quanto entri nelle proprie casse, anche se già nel 2012 il 75% delle società non riusciva a rispettare gli obblighi imposti dalla Uefa, che ha dovuto ritoccare il regolamento.
Ma al momento la situazione non sembra molto differente da 4 anni fa: molte società hanno trovato trucchi e stratagemmi per aggirare il regolamento, e molte altre rischiano multe ed esclusioni da Champions ed EL, che potrebbero aggravare ulteriormente le loro posizioni (le competizioni europee per molte squadre garantiscono la propria sussistenza grazie ai premi e agli introiti televisivi). Come nel caso del Galatasaray, sconfitta ai sedicesimi di finale di Europa League dalla Lazio una decina di giorni fa, che oltre a dover gestire un deficit di bilancio che si fa sempre più serio (una testimonianza è la cessione a febbraio del suo bomber Yilmaz), si trova ora esclusa per la prossima stagione dalle competizioni europee.
Il Milan, che negli ultimi anni ha provato a risolvere i propri problemi economici vendendo i migliori giocatori a disposizione per puntare sui “parametro zero”, si trova ora coinvolta a fare i conti con la CFCB (l’ente di controllo finanziario della Uefa) e dovrà tentare di portare avanti il progetto volto a migliorare la situazione economica del club per non incorrere nella squalifica.
Un altro esempio, sicuramente meno conosciuto, è quello del Leicester, ormai noto in patria e fuori per essere al comando della Premier League a sole 10 giornate dal termine del campionato. Ma anche i “Foxes” hanno i loro problemi con il fair play finanziario, che dalla prossima stagione potrebbero gravare sulla squadra allenata da Ranieri. Il presidente, Vichai Srivaddhanaprabha, ha affermato che il club è in perdita dell’equivalente di circa 70 milioni di euro solo negli ultimi due anni. Ma non finisce qui, perchè la dirigenza dei Foxes ha provato illecitamente a far quadrare i bilanci, prima con un’ingente iniezione di liquidità dall’interno e poi grazie a un accordo generosissimo con uno sponsor quasi sconosciuto. Con la qualificazione in Europa quasi matematica la rivelazione d’Inghilterra dovrà spiegare un bel po’ di cose all’organo di controllo finanziario della Uefa…
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