Qui inizia il viaggio nella storia della Lazio, rivissuta non anno per anno, ma attraverso le storie dei personaggi principali che hanno lasciato un segno indelebile nei 113 anni di vita di questa meravigliosa società. E in un viaggio come questo, non si può non partire dall’inizio, da chi questa società l’ha fondata.Non con la sua foto in copertina, però, ma con la foto della prima squadra di calcio. Perché per chi non conosce la storia, il calcio è arrivato dopo, esattamente due anni dopo la nascita della Società Podistica Lazio, fondata il 9 gennaio del 1900 a piazza della Libertà, a due passi dal Tevere, da un giovane ufficiale. E proprio da lui partiamo per il nostro viaggio nella storia, per far capire soprattutto ai più giovani che cosa è stata la Lazio e perché molti di noi più anziani oggi non riescono ad accettare l’idea che qualcuno possa aver trasformato questa società in un qualcosa in che non riconosciamo, perché è lontana anni luce dalla Lazio che abbiamo imparato ad amare e in cui ci siamo sempre riconosciuti.
Non era certo un uomo dal carattere molto facile Luigi Bigiarelli, tenente dei bersaglieri e fondatore della Lazio, nato a Roma nel 1875. Fu lui, insieme a Arturo Ballestrieri (sottotenente di cavalleria), Alberto Mesones (studente), Alceste Grifoni (all’epoca studente e successivamente ammiraglio), Giacomo Bigiarelli (fratello di Luigi), Odoacre Aloisi, Giulio Lefevre, Enrico Venier e Galileo Massa, a fondare il 9 gennaio del 1900 la Società Podistica Lazio. Quell’incontro era fissato da tempo, perché il 21 aprile era in programma a Roma una gara podistica a cui potevano partecipare solo atleti iscritti a qualche società. Invece di affiliarsi a qualcuna delle società già esistenti, tipo la Virtus o la Ginnastica Roma, decisero di creare una nuova società e di chiamarla Lazio, per dare l’idea di un qualcosa di più grande della città. A scegliere il bianco e il celeste come colori sociali, fu proprio Luigi Bigiarelli, cresciuto con la città di Atene come ideale nella vita e nello sport, la patria delle Olimpiadi che avevano reso tutti gli uomini tutti uguali, semplici atleti, senza distinzioni tra patrizi e plebei. Così, quando la sera del 9 gennaio del 1900, gli altri soci fondatori gli offrirono la carica di presidente, Luigi Bigiarelli rifiutò senza battere ciglio. Accettare quella carica, per lui avrebbe significato rinnegare i suoi ideali, quindi decise che fino a quando lui fosse rimasto nella Lazio, non ci sarebbero stati né presidenti né segretari generali.
Luigi Bigiarelli era fatto così, era un uomo d’azione, non un uomo che poteva star seduto dietro una scrivania. Provato dalla guerra in Africa e dalle terribili battaglie di Dogali e di Adua, dove persero la vita oltre 5000 militari italiani, nella massima parte bersaglieri come lui, Bigiarelli decise di gettarsi a corpo morto nello sport. Era un ottimo atleta, prima di fondare la Società Podistica Lazio aveva vinto una gara di marcia nel 1898 a villa Pamphili, sconfiggendo molti atleti arrivati dal Nord Italia. Successivamente, si segnalò con un’impresa che fece scalpore, coprendo di corsa in 2 giorni e 19 ore la distanza tra Roma e Firenze. Ma il successo che lo rese più orgoglioso, fu la vittoria di squadra nella maratona di Castel Giubileo il 21 aprile del 1900, proprio la gara che aveva convinto Luigi Bigiarelli e i suoi amici a fondare la Lazio. Nel 1901, con la Lazio che non aveva compiuto ancora un anno di vita, fu costretto a lasciare Roma e a trasferirsi in Belgio, per raggiungere a Bruxelles il fratello Giacomo. Nella valigia portò con se con orgoglio la maglia biancoceleste della Società Podistica Lazio e quella medaglia d’oro vinta nella prima gara. In Belgio vinse altre gare, diventando campione mondiale di marcia podistica e assistendo impotente alla morte del fratello Giacomo che aveva contratto la Febbre Spagnola, la stessa che un decennio dopo uccise più di 50 milioni di persone in tutto il mondo.
Non si hanno notizie certe sulla morte di Luigi Bigiarelli. Si presume che sia morto in Belgio a soli 32 anni il 1 marzo del 1908. Il 2 marzo, “La Gazzetta dello Sport” annuncia così la morte del fondatore della Lazio:
“Qui non si parla di una nuova vittoria del forte marciatore romano. Da molto tempo Luigi Bigiarelli aveva abbandonato il suo sport preferito, pur rimanendo un amico appassionato, non dimenticando anche, nei brevi momenti lasciatigli liberi dalla sua professione, la nostra Gazzetta alla quale spesso collaborò. Oggi il suo nome è unito all’angoscioso annuncio della sua morte. A Bruxelles, dove con la sua attività insaziabile era riuscito a far prosperare una buona azienda, il nostro povero amico è stato strappato alla vita nell’ancora giovanissima età di trentadue anni. La notizia commoverà quanti come noi avendo conosciuto Luigi Bigiarelli ne apprezzarono le doti e la sincera sua passione per ogni manifestazione sportiva e riuscirà non meno dolorosa per quanti ricordano ancora il marciatore elegante e veloce e le sue clamorose vittorie. Luigi Bigiarelli fu con Arturo Balestrieri l’entusiasta fondatore della Società Podistica Lazio”.
Mai e poi mai Luigi Bigiarelli avrebbe immaginato, quella mattina del 9 gennaio del 1900, di aver dato vita insieme ai suoi giovani amici a quella che poi in seguito è diventata la più grande Polisportiva d’Europa, nonché la casa madre della Società Sportiva Lazio Calcio.
STEFANO GRECO
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