SPOLIZIA POLACCAi continua a parlare della situazione dei tifosi a Varsavia. Dopo le tante notizie vere o false, a Radio Sei è intervenuto Stefano, tifoso “fortunato” già rientrato in Italia che ha parlato dei momenti vissuti in Polonia: “La sera di mercoledì ho visto dalla finestra della mia stanza che la situazione non era proprio tranquilla. Già all’entrata dell’albergo ero stato avvertito da qualcuno dicendomi di non uscire. Dopo una mezz’ora, con il mio amico ci siamo fatti coraggio provando ad andare in un locale. Per strada una macchina di tifosi ci ha avvicinato, offendendoci con gestacci e parole. Siamo tornati all’hotel e dopo c’è stato qualche scontro. Il giovedì, il giorno della partita, mi sono riunito con altre persone non partecipando al corte che partiva dall’HardRock diretto verso lo stadio. Qualche minuto più tardi ci arrivavano notizie poco confortanti da nostri amici che erano lì. Dopo Atene pensavo di aver visto tutto, ma mi sbagliavo: eravamo controllati, ci stavano aspettando. E’ la prima volta che vedo una cosa del genere: i poliziotti erano addirittura con il lanciafiamme, con caschi di protezione e maschere stile Batman. Posso capire che devono sconfiggere il tifo polacco che è molto violento, ma noi non stavamo facendo nulla. La situazione era critica: tante persone non capivano la lingua non conoscendo nemmeno una parola d’inglese. Se fosse un agguato? Questo non saprei, posso solo dire che la polizia è partita con il piede impostato: appena si muoveva qualcosa era pronta ad assalire. Nel punto d’incontro c’erano persone tranquillissime, donne, bambini, ragazze. Tutti presi e portati in caserma”.

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