Il responsabile medico della Lazio, Ivo Pulcini, è intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss. La questione è sempre la stessa, ovvero in caso di giocatore positivo cosa bisognerà fare?. Secondo il CTS ed il protocollo, in caso di positività di un giocatore, tutti andranno in quarantena per 15 giorni.
Una decisione che comunque ha due pesi e due misure visto che, in caso di un operaio positivo al Covid19 la fabbrica non viene chiusa ma solamente isolata la persona colpita.
«Quarantena di 14 giorni per i calciatori? Andiamo tutti nel pallone in questo modo, è un eufemismo. Il Comitato tecnico scientifico non tiene conto della curva discendente del contagio. Quello che era vero un mese fa, adesso è cambiato tutto. In medicina va considerato il momento. Tutto questo significa che gli atleti secondo il Cura Italia sono assimilati come lavoratori, se prendono il contagio è visto come un infortunio. Se sono considerati dei lavoratori, perché nelle fabbriche se esce un contagio non chiudono tutti, mentre se capita ad un calciatore tutta la squadra va messa in quarantena? Se decidono loro devono assumersi la responsabilità, voi mi dite che devo mettere cinquanta persone sane in quarantena, per me è un delitto, visto che sono persone sane, mi devono dire che significa. Sono volontà non mie, mi viene imposto, loro decidono ed io mi prendo la responsabilità? Io non metto in quarantena persone sane».
«È un’epidemia stagionale come altre in passato, basta che guardate la curva dei contagi come è scesa. Se uno è positivo non chiudono le fabbriche e non devono chiudere lo sport».
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