Il problema muscolare alla coscia che ha costretto Hernanes ad alzare bandiera bianca contro il Genoa è soltanto l’ultimo della lunghissima serie di infortuni che anche in questa stagione attanagliano la Lazio. Guai spesso di natura traumatica, certo, e quindi rientranti nella sezione dei “fattori imponderabili”, per usare un termine caro al presidente Lotito. Ma un’attenta analisi fa sorgere un interrogativo: tutte queste coincidenze vanno meramente ricondotte alla casualità della mala sorte? Perché se è vero che il Profeta è tra coloro che hanno mostrato più continuità (dal punto di vista atletico) nei suoi oltre tre anni di Lazio, i problemi sistematici di altre pedine tutt’ora ai box spingono a pensare che difficilmente possa trattarsi di un caso, o quantomeno che non si sia potuto intervenire preventivamente per lenire la situazione. La squadra convive ormai da diversi anni con l’infermeria affollata, complice soprattutto – almeno fino alla scorsa primavera – un’età media di squadra non più verdissima. Anche in quest’ottica è stato indirizzato l’intervento estivo della società in sede di mercato per ringiovanire la rosa, ma evidentemente nemmeno questo sembra essere bastato. E allora è lecito analizzare i numeri impietosi di questo primo scorcio di stagione: i problemi fisici, infatti, hanno afflitto costantemente i biancocelesti sin dal ritrovo in quel di Auronzo di Cadore per il ritiro estivo. Gli infortuni sono già diciannove, troppi per poter competere ad alto livello su tre competizioni. Il malumore di Petkovic è comprensibile, ma in fondo ben tredici di questi (quasi il 70%) risultano essere di natura muscolare. Numeri che mettono inevitabilmente sul tavolo degli imputati la preparazione atletica dello staff biancoceleste. Come conferma l’edizione odierna de Il Tempo, in estate Petkovic e il fido Paolo Rongoni hanno parzialmente modificato i programmi per evitare i problemi vissuti nella seconda parte della scorsa stagione, quando gli infortuni avevano frenato la rincorsa Champions della Lazio. Ma tutto questo non ha prodotto i risultati sperati: da Konko a Lulic, da Biglia a Novaretti fino a Pereirinha e l’ultimo Hernanes, da inizio stagione la Lazio deve costantemente convivere con l’emergenza. Come gettare le fondamenta per il futuro se la condizione fisica è così deficitaria? Il problema è grande e ancora irrisolto.
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