Dopo il 3-0 alla Slovenia, i ragazzi di mister Di Biagio questa sera scenderanno in campo contro l’Irlanda. Dal ritiro degli azzurrini a parlare è Cataldi che, ai microfoni di Vivo Azzurro ha rilasciato un’intervista molto interessante.

Avete sostenuto una sessione d’allenamento a porte aperte a Caldogno. Come siete stati accolti dai tifosi vicentini?

L’accoglienza è stata straordinaria da parte di tutti: mamme, papà e bambini. E’ stato un bell’allenamento, i tifosi hanno mostrato grande attaccamento alla Nazionale e a noi giovani: tutto molto bello, anche a vedersi, dato che persino nei club sono rari gli allenamenti davanti a 1500 persone.

In campo sei uno che si fa trascinare dal calore dei tifosi?

Sì! Cerco di prendere tutto ciò che di positivo c’è nel loro supporto. Noi calciatori non giochiamo solo per noi stessi o per la maglia: giochiamo anche, e soprattutto, per le famiglie, i bambini e tutti i tifosi che spendono soldi in treni e biglietti per venire a seguirci, in casa e in trasferta.

Con l’Irlanda che match sarà?

Una partita tosta, non facile, sulla falsa riga della gara con la Slovenia. Gli irlandesi sono giocatori di qualità e quantità, ma noi siamo pronti e speriamo di continuare a fare bene come abbiamo iniziato.

Come hai iniziato a giocare a pallone?

Mi sono avvicinato al calcio da piccolissimo. I miei genitori mi hanno regalato il primo pallone a circa un anno e mezzo. Poi, siccome intorno ai cinque anni ho rotto qualche quadro in casa a pallonate, hanno deciso di mandarmi a scuola calcio.

Un tuo pregio e un tuo difetto da calciatore…

Un difetto è che forse talvolta dovrei essere più rabbioso in campo. Sono troppo tranquillo, il ché è un bene per certi versi e un male per altri. Come pregio direi la volontà di migliorarmi ogni giorno individualmente e al servizio della squadra.

A 21 anni giochi titolare in Serie A. Il tuo caso è la riprova che dare fiducia ai giovani di talento può costituire un valore aggiunto anche per i club agonisticamente più ambiziosi?

Credo di sì. La Lazio ha intrapreso con me un equilibrato percorso di crescita. Dopo essere uscito dalla squadra Primavera, si è deciso di farmi fare esperienza nella serie cadetta, in un club come il Crotone, dove i giovani hanno sempre fatto bene. Poi sono tornato a Roma per il grande salto, che non è stato semplice. Ma grazie all’aiuto dei compagni sono riuscito ad adattarmi anche alla nuova categoria.

Quale era il tuo idolo da bambino e a quale giocatore ti ispiri ora?

Quando ero piccolo in Serie A giocavano grandissimi calciatori come Baggio e Zidane, elegante in campo come nessuno. Adesso mi piace molto Marchisio, perché è uno dei pochi che riesce a ricoprire ogni ruolo del centrocampo con ottimi risultati. A lui ruberei la duttilità e la costanza di rendimento.

Il consiglio più prezioso che ti è stato dato?

Me lo hanno dato i miei genitori. Nella vita come nel calcio: “cerca di rimanere sempre te stesso!”.

Nel tempo libero cosa ti piace fare? Si vocifera che nel gruppo dell’Under 21 ci sia più di un giocatore appassionato di tennis…

Sì, è vero! Proprio nei giorni scorsi volevo sfidare Rugani, ma a causa del maltempo abbiamo rimandato, ci sarà un’altra occasione! Tennis a parte, mi piace guardare i film e, quando posso, vado a pesca o passeggio per Roma, che è una città tanto bella!



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