Ha giocato titolare, la prima volta in Azzurro in gare ufficiali, potevano tremare le gambe, potevano aumentare i battiti e invece no. Francesco Acerbi si è confermato granitico nelle sue certezze, nelle garanzie che sa dare al reparto e alla squadra tutta. Ha giocato con personalità, da terzo di sinistra della linea a tre, ruolo nel quale Inzaghi lo aveva provato alcune volte nella passata stagione. A Tampere, in Finlandia, ha sfornato un’altra prova importante, ha giocato bene, contro un cliente scomodo come Pukki. Sostanza e intelligenza, Mancini sa di poter contare su un giocatore di alto livello: “Io lavoro ogni giorno per farmi trovare pronto, non ho particolari pressioni, quando mi chiamano in causa cerco sempre di dare il meglio sia con la Lazio che in Nazionale“, ha detto il difensore ai microfoni di Rai Sport. Parole diplomatiche, eppure che centrano appieno il personaggio che fa del lavoro e dell’umiltà doti primarie. Questa è anche la sua Italia, nonostante non sia tra i più giovani: “A parte me e pochi altri, questa è una squadra giovane e quindi a volte si commette qualche ingenuità, ma è normale anche perché non siamo tutti i giorni a Coverciano ad allenarci insieme. Le prospettive sono buone. La partita è stata fatta bene, sapevo anche a fine primo tempo, sullo 0-0, che avremmo trovato il gol, perché con i giocatori che abbiamo di occasioni ne creiamo sempre tante; poi abbiamo subito quel rigore, ma siamo stati bravi ad andare a cercare la vittoria”. Una vittoria che porta anche la sua firma. Acerbi c’è, è una certezza anche per l’Italia. Con vista Euro 2020



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