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Ivan Zazzaroni e la carta straccia del Corriere dello Sport. La morte del giornalismo sportivo

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Ivan Zazzaroni, polemica sul web, la gente vuole le dimissioni per il suo articolo su Il corriere dello Sport

La polemica è ancora aperta su Ivan Zazzaroni ed il suo editoriale sul Corriere dello Sport o corriere dello Sporc!

Il direttore della testata sportiva ha infranto una legge chiara del giornalismo ovvero la privacy sulla salute di una persona.

Stiamo parlando del caso di Sinisa Mihajlovic il quale si era confidato con il direttore sportivo, amico da oltre 20 anni con l’ex calciatore biancoceleste, in merito alla sua malattia.

Sinisa è stato chiaro, l’unica cosa da fare era di trattenere la segretezza fino alla conferenza stampa avvenuta ieri in modo che fosse proprio il diretto interessato ad avvisare il popolo sportivo. Così non è stato fatto. Il direttore pur di vendere qualche copia in più del trigoriere dello sport, lo piazza in copertina con il titolo ” ansia per Sinisa Mihajlovic, serve una terapia d’urto” creando così panico e titoli scioccanti su tutti i siti e giornali.

Il tecnico del Bologna non ci sta e lo ha praticamente sputtanato nella conferenza stampa dove cita senza far nomi, un’amicizia di oltre 20 anni rovinata dalla violazione della privacy.

Nell’ordine dei giornalisti c’è una sola regola che va rispettata in questi casi:

L’Ordine dei Giornalisti, Articolo 10 Punto 1 : “Il giornalista, nel far riferimento allo stato di salute di una determinata persona,identificata o identificabile, ne rispetta la dignità,il diritto alla riservatezza e al decoro personale, specie nei casi di malattie gravi o terminali, e si astiene dal pubblicare dati analitici di interesse strettamente clinico.”

Dopo la sfuriata di Zazzaroni sulla sua pagina ufficiale di twitter, arriva il suo editoriale di ” Scuse” in prima pagina dette Lacrime di Coccodrillo.

“Sì ho fatto il giornalista e non l’amico che avrebbe dovuto attendere un’altra mezza giornata per lasciare che fosse lo stesso Sinisa a raccontare. Dopo aver ascoltato le sue parole e aver visto il suo volto, riconosciuto il coraggio di sempre, ho capito che mi sarei dovuto scusare pubblicamente con lui: avrei dovuto fare l’amico, “Sini”, come nei vent’anni precedenti, non il giornalista che peraltro ha raccomandato ai suoi di non scrivere una riga sull’entità della malattia. L’ultima verità. Quella parola che fa paura. Dovevo fare una scelta, di fronte al tuo pianto, al tuo dolore, so di aver fatto quella sbagliata“. Scuse, chissà se accettate dall’allenatore del Bologna: “Non pensavo ieri e non penso oggi di aver arrecato un danno a Sinisa: ho solo sfogato il dolore una notizia che non avrei mai voluto ricevere aggiungendo un affettuoso incoraggiamento – ha scritto ancora Zazzaroni – Gli ho inviato un messaggio, il contenuto non lo rivelo: conta solo che si riprenda bene e in fretta, tutto il resto riguarda la mia coscienza. Meglio un rimorso confessato che una macchia nel cuore”.

Fatto sta dopo tutte le polemiche e i #Zazzaroniout apparsi sui social, il direttore ha cancellato o oscurato i suoi profili ufficiali



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