ESULTANZA EUROPAObiettivo raggiunto. In Europa, almeno in questa fase, conta poco giocare bene e dare spettacolo, conto solo vincere. E se ci riesci battendo quella che sulla carta è la seconda forza del girone e permettendoti il lusso di concedere un preziosissimo turno di riposo in vista del derby a gente come Klose, Candreva, Lulic e Ledesma, non c’è che da sorridere e festeggiare, perché hai ottenuto il massimo. Per questo tutta la Lazio merita un applauso, perché vincere non era per niente facile e questo 1-0 firmato Hernanes è oro colato e spiana la strada verso la qualificazione in una serata in cui abbiamo ritrovato il vero Marchetti in versione Superman e abbiamo avuto la conferma che Keita può essere un valore aggiunto. Per nulla spaventato dall’esordio in Europa e per quella maglia da titolare che gli ha affidato Petkovic, il gioiello della Primavera ha messo la firma sul gol che ha deciso la partita: grande fuga sulla sinistra e cross perfetto per Hernanes che nell’occasione ha fatto più un numero alla Klose che uno da “profeta”.

C’è poco altro da dire su questa partita che tutti avremmo voluto evitare in questo momento, alla vigilia di un derby che non ha neanche lontanamente il peso e l’importanza di quello del 26 maggio, ma che con il passare dei giorni sta assumendo significati che vanno anche oltre i tre punti in palio. Perché qualcuno sta facendo di tutto per gettare benzina sul fuoco, quasi a voler gettare le basi per spianare la strada alla Roma verso un primato solitario in classifica e per vendicare un qualcosa che non può essere vendicato, perché per quel 26 maggio non c’è e non ci sarà mai rivincita. Per questo era importante vincere questa sera, dare continuità al successo con il Chievo che almeno nel primo tempo ci aveva premiato forse oltre i nostri meriti. E la vittoria è arrivata, dopo un primo tempo da brividi (e non di gioia) a causa di una difesa come al solito rimaneggiata, di una squadra che priva di pedine fondamentali ha faticato a trovare i soliti punti di riferimento, ma che ha dimostrato di saper soffrire, come e più del Milan ad esempio, completando un primo turno quasi perfetto per il calcio italiano. Quattro vittorie e un solo pareggio, con la Juventus che sulla carta è la più forte e che aveva l’avversario più debole unica a fallire l’appuntamento con il successo. Stranezze del calcio.

Ma è da quel secondo tempo che si deve ripartire, dalla trasformazione subita dalla squadra a livello di testa, perché nella ripresa si è vista una Lazio diversa anche se in campo c’erano gli stessi del primo tempo. Basta pensare ad Hernanes, ad esempio, impalpabile nei primi 45’ e imprendibile nel secondo tempo. Per questo alla fine l’1-0 va quasi stretto pensando anche al palo e al miracolo compiuto nel finale dal portiere del Legia sul colpo di testa di Novaretti. Ma va bene così e l’immagine di questa sera è l’esultanza di Petkovic in occasione del gol e del fischio finale, due momenti in cui il tecnico ha scaricato tutta la tensione accumulata in un avvio di stagione tutto in salita, anche e soprattutto per colpa di chi doveva fare e non ha fatto, e per giunta ha provato subito a scaricare sul tecnico le colpe dei due passi falsi con la Juventus. La stagione è lunga, siamo solo all’inizio, ma queste due vittorie in quattro giorni, tra l’altro senza subire gol dopo il diluvio delle prime settimane, sono un segnale positivo. E ora si può pensare alla sfida contro “quelli”… Ma con la serenità di chi ha ben poco da perdere, perché ha vinto quando contava vincere.



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