Dopo nove lunghi anni siamo arrivati alla fine della storia d’amore tra la Lazio e Cristian Ledesma, che è culminata ufficialmente proprio oggi, con una conferenza stampa del giocatore avvenuta dalle 19 nella sala del celebre Hotel de Russie. Un addio doloroso ma anche obbligato, in quanto il 34enne non rientrava più nei piani della società da almeno un anno e non poteva finire la carriera a stare in panchina. Non che si sia mai lamentato del ruolo subalterno a cui è stat0 costretto nell’ultimo periodo: anzi, anche nei momenti più duri è sempre rimasto in silenzio, dimostrando ancora una volta la sua lazialità è l’attaccamento alla maglia con cui ha passato la maggior parte della carriera, superando ogni ostacolo, come quello che lo vedeva messo fuori rosa e festeggiando da protagonista i successi della squadra dell’ultimo decennio, tra cui figurano le vittorie in Coppa italia nel 2009 e nel 2013 e la Supercoppa italiana del 2009. Dal 2006 ad oggi Ledesma ha disputato 318 partite con la maglia della Lazio, riuscendo ben presto a imporsi come un titolare tra gli allenatori che si sono succeduti dal suo arrivo e diventando un grande uomo spogliatoio, capace di motivare e tenere concentrata la squadra. Un giocatore che ha dato e ricevuto tanto, che ha vissuto attimi di gloria con questa maglia addosso, ma che ha dovuto anche soffrire e aiutare il gruppo a rialzarsi nei momenti più bui, quando la Lazio barcollava nella parte destra della classifica e la salvezza non sembrava così scontata. Un grande giocatore che accetta le scelte del mister e ha l’umiltà di andarsene quasi in silenzio, mentre il mondo Lazio si gode il piazzamento in campionato, che garantisce i preliminari di Champions. Un grande giocatore ma anche un grande uomo, venuto da lontano e che è diventato, come noi, un malato di Lazio.
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