LEDESMA

Vice-capitano per gerarchia, capitano quanto Mauri in campo e nello spogliatoio. Cristian Ledesma, ottava stagione con la Lazio alle porte, quasi un decennio di matrimonio. Proprio il centrocampista italo-argentino interverrà in conferenza stampa dal ritiro di Auronzo di Cadore. Ecco la diretta scritta de Lalaziosiamonoi.it.

(Domanda di un tifoso) – Siete molti centrocampisti, c’è concorrenza… La concorrenza fa sempre bene, ognuno sa quello che può dare. I nuovi devono inserirsi, dobbiamo capire le loro caratteristiche.

L’imperativo del ritiro è dimenticare il 26 maggio: ci riesci? L’imperativo è fare meglio dell’anno scorso. Non possiamo vivere solo della finale vinta.

Ti aspettavi più degli attuali abbonati? Non sono mai stato lì a fare calcoli. Non dobbiamo chiedere a parole alla gente, ma dobbiamo farlo sul campo. La parola che mi viene in mente per quest’anno è l’entusiasmo, cosicché gli attuali i 12mila possano diventare 20-25 mila.

Una Lazio molto sudamericana, di fantasia? Di fantasia vale per gli altri, non per me (scherza ndr). L’importante è che la società stia lavorando bene.

L’entusiasmo per la vittoria della Coppa Italia può diventare appagamento? Abbiamo vinto la finale contro la Roma, ma dobbiamo migliorare quello che abbiamo fatto l’anno scorso. Lo dobbiamo fare in campionato, dobbiamo imparare dagli errori fatti anche in Europa League. L’imperativo è fare meglio del settimo posto.

Da parte vostra, cosa vuol dire non ripetere gli errori del passato? Quello di imparare dagli errori. Potevamo fare meglio, lo sappiamo bene. Siamo stati a due punti dai primi in classifica, quindi dobbiamo mantenere la giusta mentalità in modo costante. Molte partite le abbiamo perse a livello mentale più che fisico.

Hernanes? Hernanes fa ancora parte di questa Lazio, quindi non dobbiamo pensare che non ci sarà. Ha dimostrato di valere molto di più nell’ultimo torneo.

I tuoi obiettivi personali? Quello di conquistare qualche altro trofeo. Se fa bene la squadra, si esalta anche il singolo. Aver giocato le partite più importanti, aver affrontato le squadre più importanti, giocartela in Turchia come abbiamo fatto: questi sono gli obiettivi personali.

Stanno cambiando le gerarchie del campionato? Come si pone la Lazio? Dobbiamo dimostrare in campo quale posizione ci meritiamo. Ogni anno le squadre si rinforzano, il campionato rimane competitivo anche per quelle squadre che hanno mantenuto la stessa struttura. Mantenere quello che avevi con qualche ritocco è importante.

Pensi di poter convivere con Biglia? E’ un giocatore importante, già da tempo si parla bene di lui in Argentina. Aspettiamo che arrivi. Se possiamo giocare insieme è compito del mister, noi dobbiamo farlo ambientare nel miglior modo possibile. Ben vengano i giocatori così, noi dobbiamo pensare alla Lazio. A livello personale possono arrivare anche Riquelme e Maradona, io so cosa posso dare alla Lazio.

Come avete reagito alle parole di Zarate? Non mi hanno dato fastidio, non penso di dover rispondere, perché la situazione va ancora sistemata. Se una persona non fa nomi, non c’è da rispondere. Noi dobbiamo isolarci da questi problemi. Sono deluso? No. Mauro l’ho conosciuto bene, so che ragazzo è. Bisogna vedere perché abbia detto queste parole, se sia stato messo in mezzo. Non so come stanno le cose, mi sembra anche scorretto dire chi abbia ragione tra lui e la società.

La Juventus rimane la squadra da battere? Non ci sono dubbi, è la squadra più forte.

La Supercoppa è un grande stimolo? Sì, come tutta la stagione che abbiamo davanti. E’ un motivo d’orgoglio, tutte le altre squadre vorrebbero stare al posto nostro. Siamo felice di poter affrontare questa sfida.

E’ una Lazio più forte? Non mi piace dirlo a parole, dovremo dimostrarlo sul campo se siamo migliorati.

Pensi ancora alla Nazionale? Sono sincero, sono lontano dalla Nazionale. E’ inutile dire che ci spero, perché non sono nei piani del ct. Non voglio essere banale, non faccio parte di quel progetto.

A Pechino non hai potuto giocare la Supercoppa: quanto attendi di poterla giocare stavolta? Ci tengo al di là del passato, è una finale contro la squadra più forte d’Italia, vogliamo vincere questo trofeo.

Biglia lo vedi come rivale? Lo vedo come un nuovo compagno, che possa rinforzare la squadra. Per me conta il lavoro settimale, se poi il mister deciderà di far giocare lui e non me, non finirà il mondo se dovessi stare in panchina.



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