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La Gazzetta dello Sport vuole il rosso a Stefan Radu… e già fa ridere così

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Una testata giornalistica dovrebbe essere imparziale ma non La Gazzetta dello Sport che storicamente ha sempre ampliato le notizie in negativo sulla Lazio e mai quelle in positivo. Ah di positivo forse quando c’era il tampone di Ciro Immobile in prima pagina e mai un trofeo alzato dal numero 17 o delle vittorie biancocelesti. Sappiamo benissimo anche che è diventato lo sponsor ufficiale della Roma (Gazzetta dello Sport Official Media Partner).

Dopo Lazio-Roma possiamo capire l’articolo sui cori razzisti che condanniamo anche noi anche se Loro, come al solito vogliono fare di tutta l’erba un fascio. Anche qui una piccola precisazione, siamo andati a cercare su google visto che non leggiamo certi media spazzatura, e abbiamo notato come i cori razzisti di Roma-Napoli non siano stati così evidenziati al contrario di un titolo contro la Lazio con: Vergogna al derby: cori antisemiti della Curva Nord, e la Lazio balla.

Radu merita il Rosso! Il Pianto della Gazzetta dello Sport

Ma se vogliamo andare a vedere una cosa ancor più divertente del livello basso e professionale di una testata giornalistica a livello Nazionale ( cit. ), la carta rosa intitola nella sezione delle domande sulla tredicesima giornata, uno spazio per il siparietto tra Stefan Radu ed il portiere della Roma.

Titolo: Radu può nascondere la palla e ricevere solo un giallo?

Svolgimento dell’isteria romanista che ha in mano la penna sulla carta rosa: Sono scene alle quali non vorremmo più assistere. La Roma cerca di recuperare lo svantaggio, Rui Patricio corre a prendere la palla per il fallo laterale e il laziale Radu, in panchina, gliela nasconde per guadagnare forse cinque secondi. Se la cava, sorridendo, con un “giallo”, lo stesso che tocca al romanista che aveva diritto alla rimessa in gioco. Atteggiamenti così vanno banditi subito e l’ammonizione sembra poco. La lotta alla perdita di tempo sia una priorità. Non è più accettabile un portiere che tocca palla e calzettoni cinque volte prima di calciare dal fondo. Non è accettabile un giocatore che, dopo un fallo o una rimessa, afferra il pallone e se lo porta in giro, prima di restituirlo, per far schierare la sua difesa. Il prossimo panel dell’Ifab dovrebbe studiare soluzioni più dure. L’ultimo capitolo di queste meschinerie riguarda il raccattapalle, ormai “dodicesimo uomo” che rilancia l’azione della squadra di casa e offre invece il pallone agli ospiti con indolenza, se non lo nasconde. Per quanto ancora? È come per l’annuncio biascicato e incomprensibile delle formazioni ospiti: Lega e Figc, per quanto ancora?

Chiudiamo il sipario così su questo fantastico giornaletto dalla carta gialloros(s)a



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