Il carattere non gli è mai mancato. Dalla Francia all’Inghilterra, passando per la Turchia per poi finire in l’Italia. Lorik Cana campione di sport e di calcio. Ha girato mezza Europa prima di sposare a pieno la causa biancoceleste. Capitano dentro e leader fuori. Nella sua vita i valori contano più del resto. “Grazie Albania per avermi dato un nome”.Recita così il suo nuovo tatuaggio inciso sull’avambraccio. In campo le sue urla suonano la carica, fuori calma e la saggezza ne rafforzano il carisma. L’amore per la patria, la passione per il calcio, il cuore per gli affetti e l’impegno per la Lazio. Scatti di Lorik, flash di un campione che va oltre lo sport. Lui la Lazio se la sente cucita addosso ed è una questione di vita: “Sto dando tutto me stesso per questa maglia – spiega Lorik – e continuerò a sudare per lei. Ho fatto una scelta ben precisa. Ho tre anni di contratto e il mio futuro lo vedo qua…”. Parte da una vera e propria dichiarazione d’amore la parentesi contrattuale della lunga intervista rilasciata dal difensore albanese in Esclusiva a Lalaziosiamonoi.it…
“L’Om ? Li sono stato benissimo, Marsiglia è un po’ la mia seconda casa, ma ora sto alla Lazio ed ho una grande fame di successi. Voglio ancora vincere, anzi vogliamo ancora vincere. E per questo sono pronto a scrivere una nuova pagina di storia personale con la Lazio…”
Il tuo terzo ritiro ad Auronzo di Cadore si è appena chiuso. Il bilancio? “Positivo direi. Abbiamo lavorato molto ed è in questi giorni che si mette benzina nelle gambe. Poi queste settimane di vita comune sono fondamentali per cementare il gruppo. Sono arrivati tanti ragazzi nuovi e parlare, conoscerci, oltre che allenarci tutti insieme, lo considero importantissimo”.
È stato un ritiro all’insegna della gente laziale. C’è stato un vero e proprio bagno di folla… “Si è verissimo. Sono tre anni che sto qui e questo ritiro è quello che ricorderò con più affetto. È stato un periodo in cui abbiamo lavorato sodo, ma il tempo e la fatica è come se ci scivolasse addosso. Tutti i nostri calendari sono rimasti puntati a quel 26 maggio 2013. La gente, i tifosi, mai visti tanti tifosi, non hanno fatto altro che festeggiarci e riportarci a quegli attimi. Voglio davvero ringraziare tutti per l’affetto che ci riconoscono ogni giorno…”
Ecco, appunto, il 26 maggio 2013. Che ricordi porti con te di quegli attimi? “Ho ricordi bellissimi. È stata una vittoria esaltante. Abbiamo vinto un trofeo e per molti di noi era il primo vero successo in carriera. Abbiamo conquistato una coppa Italia in una finale dal gusto particolare perché è arrivata nel derby più sentito della storia laziale. Ora ci aspetta una nuova stagione ancor più impegnativa perché come è naturale che sia le aspettative adesso sono cresciute…”
Tu ti sei presentato tre anni fa come leader. Oggi ti senti tale? “Parto dal presupposto che ognuno deve conoscere la propria posizione nel gruppo e da li poi riuscire a trasmettere le proprie qualità ai compagni. A volte lo puoi fare di più e a volte meno. Inoltre i successi e il lavoro sul campo, ti aiutano a ricevere rispettabilità dai compagni di squadra e dalla piazza stessa. Non so se sono un leader di questa Lazio, ma so che sono pronto sempre ad aiutare il mio capitano e il vice. Per me contano i risultati e aver vinto una coppa così è qualcosa di troppo importante”.
Lorik sono arrivati alla Lazio tanti acquisti. Che idea ti sei fatto di loro? “E’ vero quest’anno sono arrivati tanti giocatori, alcuni molto giovani dalla Primavera. Debbo dire che sono contento di tutti loro. Sono ragazzi disponibili con un ottimo carattere, desiderosi di fare meglio ogni giorno di più. Se analizziamo poi i singoli, posso dirvi che Anderson ancora non lo abbiamo potuto giudicare in campo, perché con noi si è allenato poco. Biglia invece lo avevo visto già giocare in Belgio e conoscevo le sue qualità. Sicuramente potrà darci una mano. Molti di loro capiscono l’italiano e questo lì favorirà nell’inserimento. Altri giocatori invece dovranno ancora arrivare perché non credo che il mercato si sia chiuso qui…”
A proposito di mercato, in questa stagione la Lazio ha avuto un occhio di riguardo per diversi giovani Albanesi. Si è parlato di Berisha, Hysaj, Ujkani… “Berisha è un portiere fortissimo e in nazionale ha scavalcato nella leadership Ujkani. È difficile parlare di calciatori sconosciuti ai più, ma su di lui non nutro dubbi. Non so bene a che punto è la sua situazione con la Lazio, però posso dire che è un professionista serio, un ragazzo fantastico ed un sicuro numero uno, adatto anche per una squadra importante. Anzi mi sbilancio e dico che per me Berisha diventerà uno dei più forti numeri uno del nostro campionato. Lui è uno che incalza in un gruppo e punta subito al posto da titolare. Qui però all’inizio non sarà così, perché davanti ha un gran portiere come Marchetti, che è uno dei più forti in Italia e lo vogliamo con noi fra i pali ancora molto tempo. Quindi la scelta di Berisha è una scelta delicata…Hysaj? E’ giovanissimo, ma ha qualità. Deve crescere ancora…”
Ritiro finito, passano i giorni di preparazione e avanza l’appuntamento della Supercoppa. Come si batte la Juve…? “L’abbiamo già dimostrato in passato (ahaah, ride, ndr). Su una partita secca abbiamo dimostrato di saper vincere con chiunque anche contro la Juventus. Noi dobbiamo giocare al massimo, nel nostro stadio e sperare che loro non siano al 100%. Secondo me sarà una gara aperta, combattuta. La Juve resta la favorita, ma noi non abbiamo paura…”
Da Reja a Petkovic c’è un nuovo Cana? “Un nuovo no… E’ tornato lo Cana di sempre. Ho ritrovato la forma fisica, ho archiviato gli infortuni e faccio gli scongiuri. Mi ritengo un giocatore di fatica, uno che lotta sempre e continuerò a farlo ancora. Qui a Roma sto bene perché percepisco la fame di successi, quella che serve per raggiungere altri obiettivi importanti, ed io voglio vincere ancora”.
Un saluto ai tifosi e una promessa… “Le promesse sono facili a farsi e difficile da mantenersi. Saluto tutti i tifosi laziali e assicuro loro, che onoreremo sempre questa maglia. Daremo tutto ciò che abbiamo dentro. Questo credo sia l’impegno più sincero che posso prendere…”
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