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La Lazio per Amatrice. Parla Diaconale
Arturo Diaconale parla sull’iniziativa che vedà la Lazio in un opera solidale verso la popolazione colpita dal terribile terremoto di quest’estate.
Il responsabile della comunicazione stampa laziale ai microfoni di radiosei
“È la terra di Lotito, il presidente è molto legato a quella popolazione, ha partecipato ai funerali, gli è stato vicino. La scelta di far andare la squadra per incontrare i ragazzi, i bambini della scuola che è stata rimessa in piedi, nasce dalla sua sensibilità. La squadra ha reagito con grande partecipazione. Non mi aspettavo dai giocatori questa risposta, me li immaginavo più indifferenti, soprattutto quelli non italiani. Sono rimasto colpito, questa è una squadra di ragazzi per bene. Anche se vivono in un mondo loro hanno una sensibilità. La squadra porterà dei piccoli doni, ovviamente con marchio Lazio. Poi faremo la foto ufficiale. Il ricavato dei poster venduti sarà devoluto in beneficienza per i popoli colpiti dal terremoto”.
“Andremo in tarda mattinata, al finire delle lezioni, poi l’allenamento nel pomeriggio. Non so se ci sarà anche Olympia. Noi cerchiamo di metterci tutto il possibile. Si tratta di un trasferimento di un animale che vive molto bene a Formello, che si è ambientato. Non lo so di preciso comunque. A tutta la società voglio fare i complimenti, soprattutto al presidente. Io venivo da altre situazioni, queste sono cose belle”.
“Il meccanismo lo conosco. Le notizie negative sono quelle di maggior impatto, con più interesse, quelle positive no. Quindi c’è una sorta di meccanismo che punta agli aspetti negativi. Non accade con tutte le squadre, soprattutto a Roma. Non faccio nomi, certi aspetti però vengono interpretati in un altro modo. Ieri ho visto una partita diversa rispetto ad altri colleghi: la Lazio poteva vincere 4-1. Il Bologna ha fatto un solo tiro. In passato queste partite si perdevano. Un secondo tempo bello, ci siamo mangiati tanti gol, la squadra c’era con l’impegno. Negli spogliatoi ho parlato con Parolo: questa è una squadra giovane, che pecca di ingenuità, ma cresce. Sta acquisendo valori importanti, che combatte fino all’ultimo. L’impegno fa la differenza tra grandi e piccole squadre. Per migliorare certe mentalità, riferito ai media, bisogna curare alcuni aspetti: ci vogliono i risultati, ma anche il tifo. La ruota sta girando piano piano, la gente torna. C’è il dodicesimo giocatore che sta sugli spalti incide. Il terzo fattore è semplice. Se la società si struttura come una grande squadra, in linea con la tifoseria, può essere il terzo elemento per avere successo. Le grandi hanno un atteggiamento più regolare. E per quanto riguarda la ristrutturazione della società mi sembra che ci sia tanto impegno. Spero che nelle prossime settimane sia ancora più evidente”.
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