Non ha allenato la Lazio, ma il Palermo lo conosce bene. Non conosce molto Ballardini, ma sa cosa vuol dire entrare in una squadra a campionato in corso. L’esperienza di Bortolo Mutti, in esclusiva a lalaziosiamonoi.it, per capire come Lazio e Palermo possono affrontare la partita di domani.
Si torna a pensare al calcio giocato, elemento di unione in un momento difficile non solo per la Francia ma per l’intero Occidente. “È un momento drammatico, dobbiamo andare avanti con la nostra vita e i nostri impegni, senza farci travolgere dalle paure. Bisogna riprendere a pieno regime le nostre consuetudini”.
Al netto delle tre sconfitte consecutive, la Lazio ha mostrato una flessione a livello di gioco, dopo una stagione da applausi. Come se lo spiega? “A volte ci sono queste cadute, magari anche fisiche, che possono condizionare un percorso. Ora bisogna avere la forza di riprendersi, sicuramente ci sono i mezzi e i giocatori per poterlo fare. Serve il lavoro e la consapevolezza di potersi rimettere in gioco in campionato”.
Mercato non soddisfacente che ha portato all’eliminazione nel preliminare di Champions League e ad un crollo conseguente a livello di certezze. È questo il riassunto della vicenda? “Può darsi, quando i risultati ti condannano è normale che ci sono state alcune situazioni trascurate. C’è da dire che la Lazio in questi anni sta facendo un grande lavoro, compete al top nel nostro campionato e a livello internazionale. Si può sempre migliorare ma forse in questo momento non è in grado di fare più di cosi. Non dico che deve accontentarsi, ma si dovrebbe apprezzare quello che sta facendo”.
Il terzo posto a questo punto diventa un’utopia. “Se la Lazio torna ad essere la squadra che abbiamo ammirato lo scorso anno tutto è possibile. Ha dei valori importanti, anche se c’è una concorrenza spietata sia in campionato che in Europa. Erano anni che non si vedeva una Serie A così equilibrata e così bella, ma tra le grandi c’è anche la Lazio”.
Capitolo Palermo. È tornato Davide Ballardini, un tecnico che conosce bene l’ambiente. Ora occorre solo pazienza e un po’ di fiducia. “Quando c’è un cambio ci sono sempre situazioni che possono scuotere la squadra, per ridare tranquillità e fiducia all’ambiente. Adesso tocca a Ballardini. Il Palermo è una società con situazioni un po’ particolari a livello gestionale, deve avere la capacità di viverle. I valori ci sono tutti”.
Ballardini è un integralista del 4-3-1-2. Non pensa che sia limitante utilizzare un modulo unico subentrando in corsa, specie in una squadra che ha spesso giocato con la linea a tre sfruttando il gioco sugli esterni? “Non credo che ci sia questa rigidità e questo integralismo per quanto riguarda il modulo. Bisogna vedere come la squadra assorbirà il sistema di gioco producendo punti allo stesso tempo, altrimenti serve cambiare. Iachini li ha provati un po’ tutti, è normale cambiare vestito a seconda degli avversari, lo fanno un po’ tutti. Non vedo perchè Ballardini non possa farlo…”.
La Lazio invece sfrutta molto il gioco sulle fasce, che gara prevede? “Mi aspetto una bella partita, anche sotto l’aspetto tattico. Sono due squadre che si affronteranno a viso aperto, con gli accorgimenti tattici del caso”.
Può indicarci due possibile protagonisti da una parte e dall’altra? “Per la Lazio dico Biglia, anche a livello mentale è il giocatore più determinante nell’organizzazione del gioco, ha personalità da leader. Per il Palermo dico Vazquez, è quello che può incidere più di tutti”.
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