All’Olimpico, nel giorno di Piola, la Lazio manca unameritata vittoria ma acquisisce nuove certezze. La gara è sempre in mano ai padroni di casa che, complice un po’ di sfortuna ed una Fiorentina arroccata in difesa, manca solo la rete. Ed ora la sosta che consentirà al mister di recuperare qualche prezioso elemento dall’infermeria.
PRIMO TEMPO – All’inizio del match la Lazio ricorda il mito di Silvio Piola, nel centenario della sua nascita e scende in campo con la maglia celebrativa. La Nord, invece, celebra il mito con questo striscione: “Cent’anni di storia… auguri irraggiungibile Silvio Piola”. La formazione in campo non rispecchia le indicazioni della vigilia dato che Petkovic decide di confermare la stessa formazione che ha giocato in Turchia, solo tre giorni prima. Dunque niente turnover e niente vecchie certezze, spazio al nuovo corso che nei primi minuti sembra ben funzionare. Al 12’ proprio Perea sfiora la rete del vantaggio biancoceleste: errore dalla trequarti di Pizarro che favorisce l’avanzata del Perea il quale però, da solo dinanzi a Neto, angola troppo il tiro con il risultato che la palla si perde sul fondo. Al 17’ sale in cattedra Hernanes che, da posizione defilata, chiama Neto alla respinta con i pugni. Al 24’ sempre il profeta è protagonista con una punizione dalla lunetta, che lambisce il palo alla sinistra dell’estremo difensore avversario. Al 34’ grandissima azione di prima della Lazio con Perea, Hernanes, Candreva i quali, in un fazzoletto di terreno, si scambiano più volte la sfera, meritandosi gli applausi scroscianti di tutto l’Olimpico. La Lazio del primo tempo gioca bene però non trova il meritato vantaggio.
SECONDO TEMPO – Nel secondo tempo gli stessi undici della prima frazione di gioco. La primissima occasione però è viola con Ciani che, nell’occasione, rimedia anche un ammonizione. Al 50’ è ottima l’intesa brasiliana fra Hernanes e Felipe Anderson con quest’ultimo che crossa per la testa di Perea, conclusione che però si perde lontano dallo specchio. Al 58’ scatta l’ora di Sergione Floccari che rileva proprio Felipe Anderson il quale, al momento della sua uscita dal campo, riceve gli applausi di tutto l’Olimpico biancoceleste. Al 60’ punizione insidiosissima di Giuseppe Rossi che Marchetti respinge con i pugni. In questo secondo tempo la partita è molto più equilibrata con la Fiorentina che occupa maggiormente la metà campo della Lazio. Al 66’ però ecco di nuovo i capitolini tutti in avanti: Floccari e Perea fraseggiano con il n.99 che scaglia un sinistro ad incrociare che Neto devia in angolo. Poco dopo è la volta di Lulic, contenuto anche lui in angolo ma questa volta da Gonzalo Rodriguez.Al 71’ invece Hernanes scaglia un gran destro centrale che Neto respinge con i pugni. Dieci minuti dopo un’altra conclusione da lontano del solito Candreva che sembra insaccarsi ma che si perde sul fondo. Al 88’ altra ancora i laziali: cross di Hernanes per Floccari, appostato sul primo palo, ma proprio sul più bello la viola riesce a disinnescare il pericolo in angolo. Fino al novantesimo è un assedio laziale ma niente, il fortino ospite resiste e la partita dell’Olimpico termina a reti bianche.
Una gara condizionata sicuramente dalla stanchezze di coppa di entrambe le squadre. La Lazio però non raccoglie il meritato bottino pieno ma acquisisce nuove certezze: la linea giovane funziona; Felipe Anderson c’è, cosi come Perea e poi può sempre contare sul suo profeta che anche stasera ha dimostrato al pubblico dell’Olimpico di essere ancora quel giocatore che ha sempre entusiasmato. C’è amarezza per la vittoria sfumata ma mister Petkovic, anche con i rientri illustri dall’infermeria, può guardare con ottimismo al futuro.
Marco Savo
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