contestazione lotito

 Dopo i tanti comunicati di Lotito ai tifosi, arriva la risposta della Curva Nord, attraverso Paolo Signorelli: “E’ stato un mese di numerosi comunicati da parte del presidente Lotito, in molti ci hanno chiesto una replica ai suoi riferimenti verso la Curva o la protesta. Ci siamo confrontanti tra di noi, ma abbiamo deciso di non pronunciarci in modo definitivo fino al termine del mercato – ha detto il conduttore de La Voce della Nord a Radio Sei 98.100 -. Fino a fine campagna acquisti noi non faremo l’abbonamento e probabilmente l’orientamento non cambierà neanche dopo. Non si possono dimenticare tante cose per 2-3 buoni calciatori acquistati ma alla fine non spostano la sostanza, di certo non si sta parlando di un salto di qualità. Per il momento siamo irremovibili, mollare ora sarebbe controproducente, novità su questo punto non ce ne sono, ma è chiaro che ognuno ha il diritto di decidere ciò che ritiene più opportuno. La cosa positiva è questa, ora i tifosi della Lazio hanno il coltello dalla parte del manico, hanno possibilità di scelta in relazione a quello che diranno i fatti. Questa è una contestazione popolare, ma la Curva non obbliga nessuno a fare nulla. Siamo sempre scettici, sappiamo che per lui è comunque un momento delicato anche perchè domani inizia la campagna abbonamenti. Per coloro i quali sostenevano che la contestazione non sarebbe servita a nulla, rispondiamo che qualcosa invece ha generato, in sede di mercato ed a livello comunicativo. Tessere del tifoso? Stiamo valutando il fatto di tornare in trasferta, questo vorrebbe dire dover tornare a sottoscrivere la tessera. E’ una situazione al vaglio, la motivazione di tornare a portare i vessilli della Lazio in trasferta è alta. Detto questo, nelle prossime settimane ci saranno novità anche su altri fronti”.

Libera la Lazio, fino a pochi mesi, era solo poco più che un urlo disperato nel deserto. Ora, è diventato un coro assordante, come quelli cantati, urlati in quella notte del 23 febbraio del 2014 che ha segnato una svolta e che forse ha cambiato la storia della Lazio. Quella sera, contro il Sassuolo, si è creata la vera frattura tra il mondo-Lazio e chi gestisce la società. Le crepe c’era da anni, a volte era state coperte con un po’ di cemento o di intonaco, per poi riemergere a distanza di tempo: ma quella notte, il muro è crollato e tutti hanno potuto vedere che cosa c’era dietro: un popolo stanco, ma al tempo stesso avvelenato e deciso a lottare per liberarsi di un “padrone” senza anima e che al posto del cuore ha da sempre un portafoglio o una banconota da 500 euro. Qualunquismo? Populismo? No, semplice realtà.

A distanza di quasi 130 giorni da quella serata, dopo sei partite con l’Olimpico quasi deserto e la Curva vuota, dopo un boicottaggio dei prodotti Lazio che ha fatto crollare il fatturato della vendita del merchandising, dopo migliaia di disdette alle piattaforme televisive che hanno fatto suonare il campanello d’allarme sia dentro SKY che dentro Mediaset, qualcuno fa ancora finta di niente, mentre altri tentano in modo quasi comico di ricucire un rapporto che in realtà non è mai esistito tra la gente laziale e chi gestisce la Lazio. E sapete perché lo fanno? Perché hanno paura. Questa è la realtà. Hanno paura perché mai nella storia un’intera tifoseria aveva dato vita ad una protesta così articolata, veemente ma al tempo stesso pacifica. Hanno paura, perché temono che questa onda di protesta si possa estendere anche in altre piazze, ad altre tifoserie scontente e prigioniere di “padroni” che in questi ultimi dieci anni con il loro operato cieco e pensando solo a litigare per come spartirsi la torta dei diritti tv hanno distrutto il calcio italiano. Pensate se ai tifosi della Lazio si aggiungessero anche quelli del Milan, del Genoa, del Livorno e di altre società in cui serpeggia da tempo malcontento nei confronti della proprietà.  Pensate se tutti decidessero di abbandonare gli stadi e di dare disdetta alle due piattaforme televisive che cosa succederebbe. Se tutti smettessero di comprare i giornali, di visitare i siti internet che parlano di mercato, di ascoltare trasmissioni radiofoniche che da anni vanno avanti dando un colpo al cerchio e uno alla botte, senza mai prendere una linea precisa portandola avanti costi quel che costi, come hanno deciso di fare i tifosi della Lazio. Sarebbe la fine per tutti quelli che da anni vivono grazie al calcio, grazie alla passione dei tifosi e ai soldi che ognuno di noi versa ogni anno per tenere in piedi questo carrozzone. Lo finanziate voi, ma fino ad oggi non avete avuto voce in capitolo, anzi, quando avete protestato si sono girati dall’altra parte, hanno fatto di tutto per tenere nascosta la vostra protesta oppure l’hanno definita addirittura “incomprensibile”. Perché hanno paura.

Hanno paura loro come ha paura Lotito, che sta firmando più comunicati che contratto di acquisti, supportato mediaticamente da chi come lui è terrorizzato dal possibile effetto domino di questa protesta. Ecco il vero motivo per cui non avete voce. Ecco il motivo per cui vi propinano ogni giorno una realtà virtuale. Ecco il motivo per cui ancora danno risalto alle dichiarazioni di Lotito senza fare mai una domanda seria, ma soprattutto senza mai controbattere quando bugie facilmente smentibili, oppure quando arriva a dire, da condannato, che “l’amministratore di condominio che ruba, dovrebbe essere cacciato dai condomini”. Ecco perché per l’ennesima volta vi stanno spacciando per oro un qualcosa che è al massimo bronzo, immerso in un bagno d’oro. Per un po’ di tempo sembrerà veramente oro, ma poi la patina sparirà e tornerà ad essere quello che in realtà è: bronzo. Come la faccia di qualcuno che sforna comunicati in serie, cercando di convincervi di essere in realtà un papà buono, di essere da sempre il primo tifoso della Lazio, di esserci sempre stato nei momenti storici, di essere pronto a fare qualsiasi sforzo e qualsiasi sacrificio economico pur di costruire una grande Lazio, per gettare le basi per un progetto fondato sui giovani e vincente. Già, fondato sui giovani, con i primi tre acquisti che stanno tutti sulla soglia dei 30 anni e ai quali sono stati fatti contratti di 5 anni. Giovani e di belle speranze come Edson Braahfeid, 31 anni, che nelle ultime sei stagioni ha collezionato 66 presenze, con l’aggiunta di multe e sanzioni disciplinari che lo hanno portato a stare più tempo fuori rosa che a disposizione dei sei allenatori che ha avuto. Questo è uno dei colpi con cui vi vogliono convincere che Lotito ha capito ed è cambiato, spingendovi a tornare allo stadio, a rinnovare l’abbonamento firmando una cambiale in bianco da qualcuno che è protestato da anni.

Per questo, ora più che mai, dipende solo da voi, da noi. La vera battaglia, inizierà nei prossimi giorni e sarà legata alla campagna abbonamenti. E’ lì che si deciderà tutto. Lotito parte da quasi 23.000 abbonati, di cui quasi 8.000 “Cuccioloni”. Se chiude sotto quota 10.000, per lui sarà una vera e propria Waterloo, una di quelle sconfitte da cui non ci si rialza più neanche con mille comunicati. Perché sarebbe un voto di sfiducia palese, senza appello. Per anni hanno tentato di convincervi che lo stadio vuoto era inutile, perché Lotito se ne fregava se la gente ci andava o no a vedere la Lazio. Era falso. Lo dimostrano le decine di comunicati e di appelli di queste ultime settimane, in cui si cita sempre l’importanza del tifoso, in cui si fa appello a tutti con l’invito a tornare, a ripartire cancellando rancori e “incomprensioni”, a portare le bandiere in curve chiuse da chi vi invita a riempirle, insomma a non spezzare il filo.

Ecco, sta a voi decidere che cosa fare. Mai come questa volta siete voi tifosi ad avere il pallino in mano, ad essere arbitri del destino. Per quel che mi riguarda, ho smesso di fare appelli, perché quello che abbiamo da dieci anni sotto gli occhi secondo me basta e avanza per dire BASTA, per convincere chi ha ancora voglia di ragionare che non esiste una sola possibilità per un cambiamento reale. Virtuale sì, ma reale, no. Provate a chiedervi che cosa ha fatto negli ultimi mesi questa società per riconquistarvi. La risposta è: NULLA. Vi hanno offeso dandovi dei delinquenti, degli spacciatori, dei papponi che gestiscono un giro di prostituzione. Nella migliore delle ipotesi, vi hanno dato dei “lobotomizzati” che si fanno manovrare da registi occulti. Come se gente con 30-40 anni di stadio e di abbonamenti potesse decidere di rinunciare ad abitudini e ad una passione che l’accompagna da sempre solo perché lo dice un Plastino o uno Stefano Greco qualsiasi, oppure perché è la curva che lo invita a disertare. No, la gente ha detto BASTA perché ha aperto gli occhi e quando lo capirete sarà comunque troppo tardi. E non siamo stati noi a convincerli, ma Lotito con le sue parole, le sue offese, le sue bugie palesi e i suoi goffi tentativi di riabilitarsi agli occhi della gente.

Forse non c’entra nulla, ma oggi l’ho visto e mi sono venuti i brividi, perché questo è quello che mi aspetto da sempre dalla mia società, da chi gestisce il club e il marketing: idee nuove e vero rispetto per la storia e le tradizioni. Questo è il link con cui il Manchester United (con l’appoggio della Chevrolet, uno dei tanti sponsor che portano fiumi di denaro nelle casse del club) ha presentato le maglie 2014-2015 e la nuova stagione. Ci sono i volti di campioni del passato mischiati tra la gente, gli stessi che durante le partite dello United hanno le loro poltroncine riservate nella tribuna dedicata a chi in campo ha contribuito a fare la storia del club. E poi c’è Rooney, il campione che lancia il messaggio finale ai tifosi. Ecco, chi sarebbe da noi il Rooney di turno? Mauri, quello che ieri è stato preso come modello da Lotito per sfornare l’ennesimo comunicato? Dove sono i “campioni” che bussano alla porta per venire alla Lazio, come sostiene Lotito? Ecco, forse più che una brava scrittrice di comunicati, Lotito avrebbe bisogno di qualcuno che gli spieghi il significato del termine CAMPIONE. Perché campioni erano Nesta, Veron, Mancini, Vieri, quelli in grado di farti vincere da soli una partita. Campioni erano quei leader come Peruzzi, Mihajlovic e Simeone che da soli prendevano in mano uno spogliatoio nei momenti di difficoltà. Da noi, Klose part-time a parte, di giocatori così non ce ne sono. Uno dei pochi in grado di vincere le partite da solo (e non a caso ogni volta che segnava la Lazio vinceva o al massimo e raramente pareggiava) era Hernanes, ed è volato via lontano da Lotito, non dalla Lazio. Ecco, guardatevi questo filmato, perché in 60 secondi c’è racchiuso tutto quello che Lotito non ha capito in 10 anni e che non capirà mai… E decidete se dargli ossigeno e tenerlo in vita facendo l’abbonamento oppure staccare la spina confermando la scelta di restare a casa e di lasciarlo solo, in un teatro vuoto, per dimostrare in modo palese e definitivo il suo fallimento. Pronti a tornare se e quando cambieranno le cose, come è successo da altre parti…

STEFANO GRECO – LAZIOMILLENOVECENTO



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