ALMEYDALegionario, grinta e carisma, colonna portante della Lazio piglia tutto.Matias Almeyda la maglia biancoceleste se l’è cucita nel cuore. Alla Lazio dal 1997 al 2000, 63 presenze e 2 gol, in bacheca uno scudetto, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea, due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Proprio l’ex centrocampista laziale è intervenuto ai microfoni diLazio Style Radio 100.7: “Ora sto allenando il Banfield, siamo primi in classifica, sto lavorano bene e sono molto felice. Giochiamo con il 3-3-1-3. Non è facile giocare così, fisicamente si deve essere al massimo. Facciamo tanto pressing, io devo trasmettere il calcio come lo vedo io”.

Poi si torna alla passato, alla sua Lazio: Sogno un giorno di tornare in Italia da allenatore. La Lazio sarebbe senz’altro un sogno, mi è rimasta nel cuore. Il mio cuore è del River e della Lazio. A Roma ho trascorso tre anni bellissimi, è stato un grande periodo calcistico e della mia vita. Ringrazio l’Italia che mi ha aperto le porte del grande calcio e mi ha cambiato la vita. Sono sette anni che non torno in Italia, ma ho dei bellissimi ricordi della città, della gente che lavora a Formello. Il campionato qui finisce l’8 dicembre, può darsi che faccia una piccola visita. Voglio tornare, salutare tutti. Voglio far vedere alle mie figlie il luogo in cui ho vissuto emozioni uniche”.

E’ un fiume in piena Matias, parlerebbe per ore della sua ex squadra: “Il momento più bello? E’ difficile parlare solo di un momento. I tre anni che ho vissuto lì sono stati i più belli della Lazio.Ogni volta che facevo un contrasto la gente mi dava la forza per farne un altro, avevo tanta fiducia. Il mio miglior periodo calcistico è stato a Roma, era d’obbligo dare l’anima. Ho grande rispetto della storia della Lazio, sentivo che era la mia squadra. Il mio lavoro era quello di correre, io ero l’operaio di quella squadra, mi piaceva, ero felice. Eravamo tutti contenti di giocare per la Lazio. Chi era il più forte? La squadra, non c’era un singolo più forte. Tra di noi c’era una sana competizione che ci ha permesso di arrivare in alto. Avevo la maglia cucita addosso. Se ho ancora i capelli lunghi? Sì, però hanno cominciato a cadere (fragorosa risata, ndr)” .

Poi sui suoi ex compagni: Con Sergio (Conceicao, ndr) ci siamo visti in Portogallo alla sua partita d’addio, quattro mesi invece fa ho visto Nesta. Con Salas ci parlo sempre, con Simeone anche. El Cholo lavora molto bene, se lo merita”. Dalla Lazio di ieri a quella di oggi: “Guardo sempre la Lazio, e osservo con interesse gli argentini. È bellissimo vedere un argentino nella Lazio, mi auguro che possano vincere anche loro. Biglia come Mascherano? Hanno caratteristiche simili, ma sono diversi. Biglia ha un bel futuro davanti. La Lazio deve avere la mentalità per lottare per lo scudetto, con il lavoro si può fare. Ha dei giocatori importanti, è una buona squadra.  Il 26 maggio? Certo l’ho visto tutto! Io ho avuto la fortuna di vincerli quasi tutti i derby, il primo anno 4 su 4!”.

È la volta dei consigli per gli acquisti, Matias sceglie Cirigliano come suo erede: “Cirigliano avrà un bel futuro, secondo me è un centrocampista con tanta qualità ed ha anche molta grinta.

In chiusura una sentenza: Diego Armando Maradona sarà sempre il numero uno della storia”.

E una promessa ai tifosi laziali: “Un abbraccio al popolo laziale, ritornerò per vincere un altro scudetto!”.

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