EDERSONDopo un anno in cui è stato tormentato dagli infortuni, questa può essere la stagione di Honorato Ederson. Quello che doveva essere il fiore all’occhiello dell’ultima campagna acquisti, adesso deve riuscire a trovare la definitiva consacrazione e sta sfruttando alla grande questi primi giorni di ritiro ad Auronzo di Cadore per mettersi in mostra. Non vuole più perdere tempo e dopo Biglia, Novaretti, Anderson, Perea, Vinicius ed Elez, lui può diventare il settimo “acquisto” stagionale. A breve le sue parole rilasciate in un’intervista a LazioStyleChannel.

Con chi sei in camera? “Con Bruno Pereirinha, almeno parliamo in portoghese”.

Stai aiutando l’inserimento di Vinicius? “Sì, come hanno fatto con me l’anno scorso anche io sto facendo lo stesso con i nuovi arrivati. Lo faremo anche con Felipe Anderson, perché quando uno riesce a inserirsi bene in un nuovo gruppo può sicuramente fare bene”.

Differenze rispetto al ritiro“Poca, siamo stati beni l’anno scorso o lo siamo anche oggi. I tifosi ci incoraggiano sempre. Soffriamo tanto per il lavoro ma sappiamo che un bene per raccogliere i frutti più avanti”.

Quale numero di maglia indosserai? “Tutti sanno che mi piace il numero 10, l’ho avuto con la nazionale under 17 quando ho vinto il Mondiale e anche a Nizza e Lione. Mi ha sempre portato bene, ho fatto sapere alla società quello che penso e vedremo insieme come sistemare le cose. Se potrò avere la “Dieci” sarò contento”.

Magari lo potrai sfoggiare già nella Supercoppa? “Un mese passa in fretta. Ci stiamo preparando per una partita difficile, stiamo lavorando per questo per dare il meglio e vincere la Supercoppa. Chiediamo ai tifosi di stare con noi, di incoraggiarci. Giochiamo all’Olimpico e dobbiamo avere questo fattore in più per vincere anche questa Supercoppa“.

Entusiamo intorno alla squadra? Per noi è sempre un piacere avere lo stadio pieno, aspettiamo che i laziali si abbonino per darci una mano, vincere trofei e andare avanti in tutte le competizioni“.

Hai fatto il percorso di stamattina insieme a Cataldi e alla fine del percorso vi siete dati il cinque. Che significava? “Quando uno incoraggia l’altro nei momenti di difficoltà si può fare sempre meglio. Ci sono dei momenti in cui uno sta meno bene e serve un incoraggiamento. Poi una volta finito è bello salutare il compagno e dirci che abbiamo fatto un buon lavoro“.

In quale posizione preferisci giocare? “Il mister mi conosce bene ormai. E’ già un anno che lavoriamo insieme, lui sa che può contare su di me dove la squadra ha bisogno. Il mio ruolo naturale è dietro una punta o addirittura seconda punta”.

Come stai? “Benissimo, so che magari i tifosi sono preoccupati per gli infortuni che ho avuto l’anno scorso ma devono stare tranquilli. Non ho mai avuto così tanti infortuni in dieci anni di carriera. Purtroppo l’anno scorso ho saltato la preparazione per un trauma al ginocchio. Quest’anno sarò più attento, giocherò sia con il cuore che con la testa“.

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