L’assenza di Chiellini è una tegola, ma il centrale biancoceleste è più di un semplice rincalzo
Dopo un anno di calcio giocato ad alti livelli, garantendo costanza e affidabilità, Francesco Acerbi si è preso la scena nazionalpopolare dell’Italia pallonara. E lo ha fatto sostituendo un pilastro della plurivincitrice Juventus e della nostra Nazionale: quel Giorgio Chiellini che non brilla per eleganza e fair play, bensì per qualità, impegno e maestria nell’interpretare uno dei ruoli più difficili del calcio. Il gigante lombardo sembra aver fatto un patto col destino: è sua prerogativa sopperire a mancanze pesanti, come nella Roma biancoceleste dopo il trasferimento di De Vrij all’Inter, così come in Nazionale dopo la rottura del crociato di Chiellini. E anche questa volta, la storia si ripete. Contro la Finlandia, si è vista una prestazione magistrale del centrale di Inzaghi; certo, gli avversari non erano il Brasile di Zico e Falcao, Pukki è un onesto centravanti di tanto cuore e discreta qualità, ma niente di spaventoso. Il ruolo del diccí (DC, per i fan di FIFA) è sempre insidioso e, si sa, c’è bisogno di collaborazione nel reparto e di meccanismi oliati alla perfezione. Acerbi dialoga benissimo con i compagni, Bonucci capitano in primis, entra in maniera pulita sul pallone, mura ogni conclusione e legge attentamente le azioni offensive. Che sia solo l’inizio di tante travagliate soddisfazioni per Francesco, ragazzo d’oro e professionista esemplare.
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