Lazio-Nizza, arriva l’appello della Curva Nord
La Curva Nord, tramite il suo esponente Sandro detto il Cinese, ha diramato un appello per tutti i tifosi biancocelesti
tramite la trasmissione su elle radio.
«Sicuramente quello che si è vissuto ieri a Benevento e in ogni partita giocata dalla Lazio fuori casa è qualcosa di molto bello. C’erano 2000 persone, ma ce ne sarebbero state 5000 se ci fosse stata la capienza dello stadio: in trasferta la tifoseria vive un momento eccellente, siamo arrivati verso le 11 a Benevento un po’ frastornati dall’orario insolito, ma abbiamo vissuto una bella giornata. La Lazio va alla grande, i giocatori fanno cose in campo con una facilità che non vedevamo da anni, i complimenti vanno a tutti quelli che stanno seguendo la Lazio e in particolare a coloro che hanno ideato la scenografia dedicata a Vincenzo Paparelli. Ci tenevamo che lo schifo mediatico che c’è stato negli ultimi giorni venisse spazzato via, dai nostri cori e dal nostro tifo. Paradossalmente per noi ieri la partita era un contorno, avevamo un background particolare dopo una settimana durissima, tanta amarezza per chi è stato colpito da misure restrittive. Ieri abbiamo alzato uno striscione: uniti e compatti, avanti laziali! Mettiamo un attimo da parte ciò che è giusto o sbagliato, si può giudicare becero o condannare quello che è successo, ma poi si entra in un altro campo. Ovvero, l’attacco spregiudicato che viene effettuato nei confronti della Lazio, dei Laziali e di tutti gli aspetti che li riguardano. Si può anche giudicare negativamente quello che è successo, ma poi si va oltre e bisogna darsi una calmata: per tre-quattro giorni questa notizia ha aperto i telegiornali mentre nel frattempo veniva fatto passare il Rosatellum, l’età pensionabile si alzava a 67 anni o avvenivano efferati fatti di cronache. Ci vediamo la premeditazione di voler coprire altre gravi magagne con questi fatti. Dunque questa cosa che è successa deve sortire l’effetto contrario: bussiamo forte a casa di chi prova fastidio per questa squadra e questa tifoseria. Non basta una settimana di assalto mediatico per farci fuori: complici i prezzi che fortunatamente vengono fatti quest’anno dalla Società Sportiva Lazio, e visto che non si sa in quali squalifiche potremo incorrere questa settimana, dovremo dare una grandissima dimostrazione di forza essendo presenti in massa a Lazio-Nizza. Portare sciarpe, bandiere, fare un tifo incessante per la nostra Lazio in Curva, nei Distinti, in Tribuna Tevere e in Tribuna Monte Mario, per far vedere di che pasta è fatto il tifo della Lazio. Questo affinché venga spazzato via, dall’amore della Lazio e della sua gente, tutto il fango che è stato buttato sulla squadra e sulla nostra gente. La squadra ha sempre chiesto il nostro sostegno: serve una forte presenza in casa, tutto il resto passa in secondo piano. Tra laziali si può pensarla in diversi modi su molte cose, ma il punto è che siamo tutti laziali, e potremo discutere per anni, avvicinarci ed allontanarci. Ma conta il fatto di essere tutti laziali, e quando toccano la Lazio, toccano tutti i laziali indistintamente. Non c’è spazio per chi ci vuole morti, non ci deve essere sorriso sul loro volto: le divergenze ci possono essere tra laziali, ma sempre in un contesto di vita, mai di morte. Nelle angherie e nei soprusi i laziali hanno dato sempre il massimo, bagniamo le nostre radici nel combattimento, non nel disfattismo».
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