La sentenza sul caso Zarate sta catalizzando l’attenzione mediatica nel mondo Lazio. Da parte biancoceleste, l’esito del lodo comunicato dal Collegio Arbitrale è stato accolto come una vittoria piena di soddisfazione. Un’interpretazione che non trova d’accordo il legale dell’attaccante argentino. “Il lodo non dà ragione alla Lazio“, dichiara l’avvocato Tommaso Marchese in esclusiva ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it: “Il giocatore non ha appreso con particolare clamore la notizia, perché per noi era tutto abbastanza scontato. C’è stata una sostanziale rinuncia all’arbitrato, di cui viene dato atto nel lodo arbitrale. So che la Lazio sta enfatizzando questa cosa, ma non c’è affatto scritto che la società biancoceleste ha ragione: c’è scritto che è venuto meno il presupposto della domanda di risoluzione, perché Zarate ha dichiarato che si sarebbe avvalso di un altro meccanismo direttamente risolutivo del rapporto”.
L’avvocato Marchese spiega le motivazioni dietro alla scelta del suo assistito di perseguire un altro percorso giuridico: “Con l’Accordo collettivo nazionale italiano, l’unica cosa che può fare il giocatore è intimare alla società il reintegro entro tre giorni: se questo reintegro non avviene, il giocatore non può dichiararsi sciolto dal vincolo, ma deve per forza passare dal Collegio Arbitrale. La diversa strada che è stata seguita – dal momento che la necessità impellente richiedeva tempi più anticipati – è che il giocatore si è sciolto immediatamente dal vincolo. L’arbitrato per noi quindi non aveva più interesse. Noi non potevamo ovviamente perseguire due strade. Il lodo non si pronuncia sul merito della questione, non dice per esempio che la Lazio ha fatto bene a mettere il giocatore fuori rosa. Termina qui questa situazione che si era protratta troppo a lungo per gli interessi del giocatore verso una risoluzione più immediata. Ma ripeto che il lodo non dà ragione alla Lazio, lo dico per amore di verità“.
A questo punto il legale sciorina una parte significativa del lodo: “Al punto 8 c’è scritto che ‘la più recente dichiarazione del sig. Zarate […] fa escludere definitivamente […] la volontà di avvalersi degli effetti dell’adempimento in principio imputato alla Lazio quale presupposto della domanda di risoluzione […]’. La Lazio tra l’altro non aveva fatto domande riconvenzionali, ma si era semplicemente costituita in giudizio, quindi non aveva diritto a ottenere una decisione sul merito della questione. L’altra via da praticare? Per riservatezza non posso essere più preciso. E’ un rimedio ovviamente di carattere internazionale, non riguarda il diritto sportivo interno“, conclude l’avvocato Marchese. L’allusione è chiaramente alla Fifa. La stessa via, del resto, che verrà intrapresa dalla Lazio.
Resta Aggiornato con il nostro Canale WhatsApp! Ricordiamo che il canale è protetto da Privacy ed il tuo numero non è visibile a nessuno!Iscriviti Subito cliccando qui sul canale di Since1900