Un caso diplomatico, una colletta e un obiettivo, il Natale a Roma. È il diario del giorno della vicenda dei 22 tifosi laziali ancora detenuti nel carcere di Bialoleka. «Banditi», secondo il Ministro dell’Interno polacco, Barlomiej Sinkiewicz. Espressione che ha suscitato la reazione del Ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino: «Quelle sono state parole sconvienenti — ha detto —. In uno stato di diritto le colpe sono individuali, non è giusto generalizzare. C’erano sì dei violenti, ma sono stati presi e trattenuti anche manifestanti inconsapevoli. Auspico una soluzione rapida della vicenda». Che in fondo è quello che ha chiesto il premier Enrico Letta al collega polacco Donald Tusk due giorni fa. Quest’ultimo è tornato sul caso, non proprio con parole concilianti: «I tifosi che non saranno condannati presto torneranno a casa e l’ho detto chiaramente anche a Letta. Ma non ci saranno agevolazioni né alcuna carità per quelli che hanno aggredito la polizia e violato l’ordine pubblico».
In 12 presto a casa
Ora al lavoro ci sono i legali Roberto Privitera, che a Varsavia ha incontrato anche ieri i familiari dei detenuti, e da Roma Lorenzo Contucci, «l’avvocato degli ultrà». La loro speranza è riportare in Italia i tifosi detenuti al più tardi entro Natale. Tra martedì e giovedì dovrebbero esserci le prime scarcerazioni: potrebbero tornare in libertà 12 tifosi dietro cauzione. Per gli altri 10 i tempi sono più lunghi: l’obiettivo degli avvocati è chiedere una sospensione della pena.
La colletta
Ma tutto questo ha un prezzo, ovvio. E allora è sempre meglio se sulla strada trovi qualcuno che ti dice «per qualsiasi cosa contate pure su di noi». Non uno qualsiasi: è il senso della telefonata che un giocatore della Lazio ha fatto ai familiari di uno degli arrestati. C’è stata nei giorni scorsi, ma era solo l’ultimo passo di un preciso impegno assunto dalla squadra. Il primo è stata la colletta che ha coinvolto i giocatori: l’idea è partita da Ledesma, che si è fatto promotore dell’iniziativa presso i compagni, riscuotendo parecchio successo. La cifra raccolta si aggirerebbe intorno ai 20 mila euro, un po’ più di simbolica. Un’iniziativa non ufficiale, non pubblicizzata e non timbrata dal nome Lazio. Ma, forse proprio per questo, ancora più apprezzata dalle famiglie dei detenuti. (davide stoppini/marco calabresi)
Tratto da: “La Gazzetta dello Sport”
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