Continua il nostro viaggio alla scoperta dei Club sparsi per il mondo. Questa volta la voglia di Lazio arriva anche oltreoceano. Il tifo, l’appartenenza ad una maglia, non si cancella. Tante persone se ne vanno per cercare lavoro, tanti giovani si ritrovano a migliaia di chilometri di distanza uniti sotto la passione per la prima squadra della Capitale.Questa è la storia di Alessio, giovane ragazzo romano emigrato in Australia, che nonostante si trovi dall’altra parte del mondo non ha mai smesso di pensare alla sua squadra del cuore. Anzi, insieme ad altri ragazzi, ha dato vita ad un vero Club che segue il mondo Lazio a 360 gradi.
La storia del vostro Lazio Club, come è nato? “Sono arrivato ad inizio 2010 qui in Australia, e precisamente a Melbourne. Con me ho portato nel cuore la Lazio. Questa è terra di canguri, il calcio non è così popolare visto che gli sport nazionali sono il cricket, peraltro noiosissimo e il football australiano, una specie di calcio e rugby insieme. Il calcio lo chiamano in maniera riduttiva e all’americana “soccer”. Ma la comunità italiana è ricca e ci sono anche molti laziali. Parte l’idea con alcuni di essi a Sidney e in Queensland di fondare un piccolo club australiano che comprendesse anche la Nuova Zelanda”
Con tanti chilometri di distanza come vivete la Lazio? “Beh la distanza dall’Italia è davvero tanta. Non ci sono emittenti televisive anche a pagamento che trasmettono partite in diretta, se lo fanno si tratta per lo più di Premiership inglese o A league Australiana. Oltretutto abbiamo anche il grande problema del fuso orario. Essendo infatti 10 ore in avanti, spesso diventa davvero difficile o arduo seguire le partite rigorosamente in streaming a mezzanotte o peggio alle 5 di mattina. Ma per la Lazio si fa questo ed altro. Siamo in molti, tanti ci seguono anche tramite Facebook e sono semplicemente italiani che hanno voluto aderire al gruppo per essere un pò “solidali” con noi”
Pensa se un giorno, tutti i Lazio Club del mondo si ritrovassero allo stadio per assistere ad una partita… “Organizzare un incontro a Roma tra tutti i rappresentanti dei Lazio club sarebbe davvero un’impresa , quasi come vincere uno scudetto, ma chissà che un giorno le due cose non accadano nello stesso giorno. Di certo noi tifosi qui in Australia ci saremo sempre, nel bene e nel male, nella vittoria e nella sconfitta. Come piace a noi dire “The nice thing about being fans of Lazio in Australia is to be always the first to celebrate a great victory or to support our team in case of defeat…because never forget that in Australia is already tomorrow!!” – ovvero “la cosa bella di essere fan della Lazio in Australia è quello di essere sempre il primo a celebrare una grande vittoria o per sostenere la nostra squadra in caso di sconfitta … perché mai dimenticare che in Australia è già domani”AVANTI LAZIO!”
Un ricordo della vostra partita più bella, magari vissuta allo Stadio Olimpico? “Come si può immaginare data la giovane età del Club e le lunghissime distanze non c’è stata ancora occasione di partecipare ufficialmente a nessuna partita allo stadio Olimpico a nome del club, ma ci stiamo organizzando a riguardo anche cercando contatti diretti con la società e la tifoseria. Personalmente non potrò mai dimenticare 2 partite, quella del 14 Maggio 2000, infinita che ci regalò il secondo scudetto e una vittoria clamorosa a Piacenza per 3 a 2 con gol allo scadere di Corradi con una nebbia cosi fitta che neanche un gol vedemmo, ma che portò la Lazio allora allenata da Mancini ad essere prima in classifica da sola”.
Una storia legata a voi e alla Lazio da regalare ai nostri lettori? “Sicuramente la chicca è stata quella della finale di Coppa Italia del 26 Maggio scorso. Alcuni di noi del Club si sono ritrovati al CrownCasinò di Melbourne alle 3 di mattina per seguire in diretta la partita. Insieme a me c’erano tifosi laziali dell’Indonesia, della Cina, persone che vivono qui ma tifosi veri dei colori biancocelesti. Ci siamo ritrovati anche con un altro gruppetto di tifosi, questa volta della Roma. E’ stato bello seguire la partita insieme, ma uno di loro, un ragazzo giallorosso sfegatato, parlava tantissimo forse a causa della tensione. Era una telecronaca, e ripeteva in continuazione che avrebbero vinto loro con un gol del capitano. Poi il mitico 71′ il gol di Lulic. Da lì in poi non ha più aperto bocca, anzi insieme agli altri amici se ne è andato via prima del fischio finale che ha sancito la nostra gioia e riempito i cuori. Sentirsi fieri a decine di migliaia di chilometri è una sensazione indescrivibile”.
Un ringraziamento speciale ad Alessio e complimenti al sito Lalaziosiamonoi.it per la bella intervista
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